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Grecia:Tsipras blocca le privatizzazioni,trattiamo su debito

Avanti anche su salari e reintegri. Ma l'Ue, niente scorciatoie

28 gennaio, 19:33

(dell'inviato Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ATENE, 28 GEN - Un consiglio dei ministri che dà il via alla rivoluzione Syriza. Alexis Tsipras ha tenuto oggi la sua prima riunione con i ministri, entrando in azione senza perdere un minuto. Da una parte l'esecutivo ha annunciato subito un drastico cambio di rotta economica, con lo stop a due privatizzazioni chiave del programma dettato dalla troika - quella del porto del Pireo e della società elettrica Dei - nonché l'annuncio dell'aumento del salario minimo e delle riassunzioni nel settore pubblico. Dall'altra il premier, nel suo discorso introduttivo, ha teso la mano alla Ue segnalando il desiderio di trovare un'intesa sul tema esplosivo del debito ellenico.

"Non andremo a una rottura distruttiva per entrambi sul debito: il governo di Atene è pronto a negoziare con partner e finanziatori per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito - ha detto in apertura di lavori -. Siamo pronti per affrontare le trattative (con l'Ue) in base al nostro progetto... smentiremo le Cassandre, non provocheremo alcuna catastrofe, ma nemmeno porteremo avanti la politica della sottomissione". Tsipras ha spiegato che "la nostra priorità dovrà essere quella di affrontare la crisi umanitaria. Il popolo pretende da noi di lavorare duramente per difendere la sua dignità". Il premier ha quindi ribadito che il suo esecutivo è pronto a "discutere con tutti. Accoglieremo domani Martin Schulz (presidente dell'Europarlamento) e venerdì Jeroen Dijsselbloem (presidente Eurogruppo). Le discussioni con loro saranno estremamente utili e produttive".

Ma la Commissione Ue "non cambia linea" sulla Grecia, e dopo le elezioni "restano gli stessi impegni presi dal Governo verso i cittadini Ue, che vanno rispettati", ha avvertito il vicepresidente Jyrki Katainen, aggiungendo: "Siamo pronti a collaborare, ma le elezioni non hanno cambiato la situazione economica". Per risolvere i problemi della Grecia "non ci sono scorciatoie, dobbiamo proseguire su un percorso sostenibile", e tutti, "Governo, Eurogruppo e Commissione devono rafforzare la stabilità invece dell'instabilità", ha proseguito Katainen. Poi sulla possibilità che alla Grecia venga dato un po' di respiro: "Non credo che l'Eurogruppo sia disposto a fare marcia indietro sulle politiche adottate finora e che non possono cambiare in base alle elezioni".

Il ministro delle Finanze, Yannis Varoufakis, personaggio chiave dell'esecutivo, ha previsto che "i negoziati con i creditori non saranno facili, ma negozieremo un nuovo accordo, un ponte tra i precedenti programmi greci e quello nuovo", spiegando che si è trovato d'accordo con Dijsselbloem su un punto: "Basta con gli scenari da far west che piacciono ai giornalisti stranieri, e basta con l'incertezza". Varoufakis ha annunciato che sarà la prossima settimana a Roma per incontrare Pier Carlo Padoan.

Intanto, mentre la Borsa di Atene segna un terzo giorno di calo, il programma del governo greco è partito con una raffica di annunci di riforme 'immediate'. Il ministro del Lavoro Panos Skourletis ha assicurato che "il ripristino del salario minimo a 751 euro (ora è 450 lordi) è tra primi progetti di legge del governo". Mentre il viceministro per la riforma della Pubblica amministrazione Giorgos Katrougalos ha annunciato che i licenziamenti nel settore pubblico "contrari alla Costituzione" verranno cancellati: tra loro quelli delle ormai 'celebri' donne delle pulizie che da un anno e mezzo stazionano davanti al ministero delle Finanze, insegnanti e addetti alla sicurezza delle scuole. Inoltre, ha promesso il viceministro per le Politiche della migrazione Tasia Christodoulopoulou, verrà data la cittadinanza greca a tutti i figli di migranti nati o cresciuti in Grecia, "anche quello arrivati molto giovani ma che hanno fatto le scuole qui". Un annuncio, questo, che sarà sgradito agli alleati di governo dell'Anel, notoriamente anti-immigrazione. Ma l'annuncio economico più rilevante è quello che riguarda lo stop alle privatizzazioni. Il viceministro della Marina Thodoris Dritsas ha spiegato: "Noi non vogliamo vendere la quota di maggioranza dell'Autorità portuale del Pireo (Ppa). L'accordo con Cosco (l'azienda cinese che già gestisce metà del porto) sarà rivisto per il bene del popolo greco". Si tratta di uno dei passaggi chiave del programma di dismissione di beni statali concordato con la troika. Poi le società elettriche (un settore in cui c'era l'interesse dell'italiana Terna): "Il governo ha deciso di bloccare la privatizzazione della Dei e della Admie", responsabile delle reti elettriche, chiesta dalla troika, ha reso noto il ministro per le attività produttive Panagiotis Lafazanis. E infine, stop anche alla vendita di 14 aeroporti regionali.

Sempre nel segno della discontinuità, Atene ha detto addio oggi ad un odiato simbolo di questi anni di contestazione: sono state rimosse le barriere messe nel 2012 a protezione del Parlamento. (ANSAmed).

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