Con toni ironici il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha minimizzato le accuse mosse dal primo ministro greco di un "complotto" dei governi conservatori di Spagna e Portogallo contro l'esecutivo di sinistra di Syriza.
La polemica è stata al centro del vertice sulle interconnessioni energetiche, che si è svolto ieri sera al Palazzo della Moncloa, a Madrid, fra il premier spagnolo Mariano Rajoy, il presidente francese Francois Hollande, il primo ministro portoghese, Pedro Passos Coelho, e Juncker.
"Se avessi rilevato che Mariano e Pedro stessero facendo qualcosa del genere, avrei agito, ma non è stato così", ha aggiunto Juncker, citato dai media. Anche Rajoy ha tentato di abbassare i toni della polemica, rigettando i sospetti sollevati nei giorni scorsi da Tsipras: "C'è stata l'accusa che non mi è piaciuta, che noi avremmo preteso di cambiare il governo greco.
Ma bisogna guardare al futuro", ha rilevato il premier del Pp.
"La chiave sta nel fatto che tutti sappiamo mantenere le forme e onorare gli impegni", ha aggiunto lanciando un nuovo messaggio ad Atene.
Rispetto alla possibilità che la Grecia chieda un terzo salvataggio a giugno, una volta che sia scaduta l'attuale proroga, i quattro leader europei hanno evitato di pronunciarsi e si sono limitati a ricordare che attualmente è in discussione solo un ampliamento del secondo piano di aiuti. "Poi vedremo qual è la situazione quando saranno trascorsi questi quattro mesi", ha osservato Juncker, sottolineando che, dopo questo periodo, si parlerà con la Grecia, "con molto rispetto".
(ANSAmed).