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Hofer gela Italia e Ue, 'controlli Brennero inevitabili'

Linea dura anche del governo austriaco. Resa conti su Schengen

27 aprile, 09:27

(di Patrizia Antonini) (ANSAmed) - BRUXELLES, 27 APR - I controlli al Brennero sono inevitabili: "non mi fanno di certo piacere, ma non abbiamo altra scelta". Norbert Hofer, leader del partito di destra anti-migranti Fpo, vincitore del primo turno alle presidenziali austriache, preme per confini più blindati. Ma il governo di coalizione guidato dal socialdemocratico Werner Faymann lo ha già scavalcato a destra: oggi alle 13 Vienna ha convocato una conferenza stampa al valico italo-austriaco per illustrare "la gestione di controllo di confine", con i rappresentanti delle forze dell'ordine e dell'assessorato alla viabilità. "La chiusura del Brennero sarebbe un danno gravissimo per l'economia e per i trasporti, ma anche per l'Unione perché è il simbolo dell'integrazione europea", ha avvertito il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Dalla Commissione europea si attende invece di capire cosa stia davvero accadendo. Nei giorni scorsi alcune fonti avevano fatto sapere di essere pronte a reagire, anche con una procedura di infrazione (oggi tra l'altro sarà pubblicato il pacchetto di aprile), se le misure austriache si dovessero rivelare "non necessarie" e "sproporzionate", cioè in violazione con i criteri del codice Schengen. Del resto - prima con l'annuncio austriaco dei tetti massimi di accoglienza giornalieri per i profughi e ora con quello di una barriera al Brennero - i rapporti tra Vienna e Bruxelles si sono andati complicando.

Intanto si avvicina il momento della verità sulla reale tenuta dell'intesa Ue-Turchia e su Schengen. Il primo vero banco di prova dell'accordo tanto faticosamente costruito tra i 28 e Ankara sarà il 4 maggio, quando l'esecutivo Ue dovrà dare la sua valutazione sull'attuazione dei 72 criteri per l'esenzione dei visti per i cittadini turchi. Di fronte alla Mezzaluna che minaccia di far saltare il patto, la Commissione si mostra 'zen' e ripete: "Ognuno deve fare la sua parte". Ma "il costo di un mancato successo dell'intesa sarebbero molte Idomeni", ha messo in guardia il portavoce Margaritis Schinas. La pressione di Berlino sul dossier è fortissima. Angela Merkel è tornata nel Paese anatolico anche nel fine settimana e in queste ore una delegazione Ue di alto livello è in Turchia. La Grecia - che da oggi torna sotto esame per la gestione dei suoi confini esterni - è lo Stato membro che rischia di più. Entro mezzanotte Atene dovrà aver fatto arrivare a Bruxelles un documento in cui spiega come ha risolto le porosità dei suoi confini. Si tratta di uno degli ultimi passaggi dell'iter per decidere sull'eventuale attivazione della procedura straordinaria dell'articolo 26 del codice Schengen che permette ad uno o più Paesi di reintrodurre controlli alle frontiere interne all'area di libera circolazione per un massimo di due anni. Con Vienna e Berlino che esauriranno tutte le vie ordinarie del codice Schengen per mantenere i controlli ai confini interni rispettivamente il 13 e il 16 maggio, l'esito appare abbastanza scontato. C'è un'altissima probabilità che il 12 maggio la Commissione europea decida di salvare Schengen, evitando il caos, con l'isolamento della Grecia, che nei fatti è già avvenuto con la chiusura del corridoio dei Balcani occidentali. Ma se i flussi nel Mediterraneo centrale dovessero aumentare e la Francia decidesse di seguire la strada austriaca, anche l'Italia potrebbe trovarsi in seria difficoltà. (ANSAmed).

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