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Migranti: un anno da accordo Ue-Turchia,'diritti calpestati'

Oxfam, in Grecia condizioni disumane e difficili richieste asilo

17 marzo, 15:28

(ANSAmed) - ROMA, 17 MAR - Ad un anno dall'adozione, l'accordo Ue-Turchia sui migranti ha trasformato la Grecia in un "laboratorio" per le fallimentari politiche di chiusura dell'Ue nei confronti di decine di migliaia di migranti. E' la denuncia lanciata oggi da Oxfam, insieme a International Rescue Committee e Norwegian Refugee Council, con il rapporto "La realtà dell'accordo Ue-Turchia". Nel rapporto si contano oltre 29 mila arrivi registrati dall'Unhcr dal 20 marzo 2016, in gran parte persone provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan. Politiche che calpestano i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo - si sottolinea - costringendoli a sopravvivere in condizioni disumane, spesso in strutture sovraffollate nelle isole greche.

L'accordo, che permette all'Europa di rimandare indietro i richiedenti asilo dalla Grecia alla Turchia, delegando a quest'ultima la responsabilità di garantire la protezione delle persone, sta causando sofferenze indicibili ai migranti bloccati sulle isole greche. A confermarlo, nel rapporto, la valutazione dell'impatto dell'accordo nelle isole di Chio, Lesbo e Samos - quelle dove è arrivata la maggior parte dei richiedenti asilo - attraverso le interviste e testimonianze di migranti, legali e altri operatori.

Le persone più vulnerabili, come donne e bambini (rispettivamente il 21% e il 28% degli arrivi), oltre al trauma di essersi dovuti lasciare un'intera vita alle spalle, negli ultimi 12 mesi hanno dovuto vivere in condizioni "disumane".

Moltissimi hanno passato l'inverno sotto le tende, esposti al freddo e alle malattie, senza assistenza medica o sostegno psicologico.

Le procedure di richiesta d'asilo sono inoltre poco chiare, rese impossibili da infiniti ostacoli, di fatto la negazione del diritto a ricevere protezione, si denuncia nel rapporto.

Le organizzazioni denunciano perciò come i diritti umani e il diritto di cercare protezione internazionale siano a rischio, se gli Stati membri dell'Unione europea continueranno a non dare risposte adeguate all'arrivo dei migranti sulle coste europee.

(ANSAmed).

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