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Grecia: 50 anni fa il golpe dei Colonnelli

Diede inizio a sette anni di feroce dittatura

21 aprile, 14:19

(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ROMA, 21 APR - Cinquant'anni fa, il 21 aprile del 1967, i carri armati e gli autoblindo venivano schierati per le strade di Atene, mentre polizia ed esercito procedevano ad arrestare migliaia di oppositori e la radio mandava marce militari e proclami della Giunta: iniziava così, con un colpo di Stato, quello che sarebbe passato alla storia come "il regime dei Colonnelli".

La Grecia - dove la guerra civile tra monarchici e comunisti era durata fino al 1949, lasciando profonde divisioni nel Paese - aveva conosciuto successivamente governi per lo più dominati dalla destra, con l'appoggio della famiglia reale. Sul trono sedeva dal 1964 il giovane re Costantino II; proprio nel febbraio di quell'anno, il partito di Costantino Karamanlis - egemone per tutto il dopoguerra - viene sconfitto dai centristi guidati da Giorgos Papandreou, che diventa capo del governo promettendo un profondo rinnovamento democratico della Grecia. La destra, che vede in pericolo la propria egemonia (siamo peraltro negli anni della Guerra Fredda, e si grida subito al 'pericolo comunista', anche se il Partito comunista è fuorilegge), ma anche Costantino, si scontrano duramente con Papandreou. Ed è proprio il sovrano che costringe il premier alle dimissioni nel 1965: seguono due anni di incertezza, con l'impossibilità di dare un governo stabile al Paese. Costantino, preso atto, indice le elezioni nel maggio 1967.

Temendo una vittoria di Papandreou e del suo movimento di centrosinistra , i vertici militari progettano un colpo di stato, che secondo gli storici avrebbe ricevuto l'assenso anche del re Costantino II, nonché il favore malcelato degli Usa. Ma mentre il re e i capi delle forze armate prendono tempo, alcuni ufficiali di secondo piano, guidati da Giorgos Papadopulos, Nikolaos Makarezos e Ioannis Ladas, decidono di attuare quello che verrà chiamato "il golpe dei colonnelli". Nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1967, gli uomini di Papadopoulos occupano i punti strategici di Atene, e arrestano migliaia di persone per stroncare ogni resistenza.

Il re si piega alle richieste dei militari, e lo stesso 21 aprile nomina primo ministro Konstantinos Kollias, magistrato conservatore e monarchico. Le elezioni vengono annullate, la costituzione è abrogata, mentre viene imposto la legge marziale in tutta la nazione. Pochi mesi dopo, Costantino II organizzerà un contro-colpo di stato per riconquistare la piena sovranità.

Il tentativo però fallisce: il re è costretto all'esilio (dove si trova ancora, condannato dalla Grecia democratica per il suo appoggio al golpe) e Papadopoulos prende il potere in prima persona. Il regime dittatoriale - che torturerà, manderà al confino o in esilio migliaia di oppositori, cadrà solo nel 1974, in seguito alla sconfitta del colpo di stato appoggiato dai greci nella disputa con la Turchia per il controllo dell'isola di Cipro. (ANSAmed)
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