"Ho una buona notizia. Poco fa con il collega macedone ci siamo accordati sul nuovo nome della ex Repubblica jugoslava di Macedonia", ha detto Tsipras, che ieri sera è apparso in tv a spiegare l'intesa. "Abbiamo detto di sì a tale accordo storico per il futuro dei macedoni, per il futuro dei nostri giovani", ha detto Zaev ai giornalisti. L'accordo - è l'opinione di Zaev - garantisce l'identità nazionale e la lingua della Macedonia, oltre a spianare la strada al cammino del Paese verso l'integrazione euroatlantica, rimasta bloccata per oltre due decenni dal sistematico veto di Atene. Ma stamane il leader dell'opposizione conservatrice Hristian Mickoski, che e' capo del partito Vmro-Dpmne, ha criticato l'accordo sul nuovo nome sostenendo che si tratta di una 'capitolazione' di fronte ad Atene. Per Mickoski "con tale accordo si accettano tutte le posizioni della Grecia", compresi gli emendamenti alla costituzione e la connotazione geografica del nuovo nome che in precedenza il premier Zaev aveva respinto.
Per questo a suo avviso Zaev ha dato prova di una posizione "instabile". La Grecia non si è mai piegata ad accettare il termine 'Macedonia', che è anche il nome della provincia greca settentrionale con capoluogo Salonicco. Atene ritiene infatti che il nome appartenga esclusivamente al patrimonio storico e culturale ellenico. La Grecia temeva che il nome del Paese vicino potesse evocare pretese territoriali. Per questo, con la dissoluzione della Jugoslavia, insisté e ottenne che nel 1993 la neorepubblica indipendente fosse accolta all'Onu con l'acronimo FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia - Ex repubblica jugoslava di Macedonia).
Negli ultimi mesi, in una situazione di crescente ottimismo, si erano accentuati i contatti fra Atene e Skopje con il mediatore dell'Onu Matthew Nimetz. Lo scorso aprile la commissione europea, alla luce dei progressi evidenti compiuti nel negoziato con Atene sulla questione del nome, aveva dato parere favorevole all'apertura del negoziato di adesione della Macedonia alla Ue. Un processo che potrà ora ottenere ulteriore slancio dopo l'intesa finale fra i due Paesi: per la Grecia serve un voto parlamentare, mentre la Macedonia dovrà tenere un referendum. (ANSAmed)