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Mostre: a Trieste l'artista greca Venia Dimitrakopoulou

'Futuro Primordiale - Suono' dal 13 aprile al 16 giugno

09 aprile, 10:18

ROMA - A Trieste, nelle sale del Civico Museo Sartorio e del Castello di San Giusto, si conclude la trilogia di esposizioni italiane della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou con la mostra "Futuro Primordiale - Suono" a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini, dal 13 aprile al 16 giugno 2019.
Con la terza importante personale italiana l'artista, dopo aver affrontato le tematiche della "materia" a Palermo e del "logos" a Torino, propone ora una nuova selezione di lavori dedicati al tema del "suono", che vanno, come da sua impronta stilistica, dalla piccola alla grande dimensione e spaziano dalla scultura tradizionale all'installazione, dal video all'azione, dalla scrittura alla grafica. La trilogia italiana "Futuro Primordiale", intesa come un unico progetto in evoluzione, ha voluto presentare in ciascuna città e spazio espositivo opere diverse, con l'obiettivo di integrare il lavoro della scultrice nell'ambiente museale al fine di creare un dialogo visivo con gli oggetti esposti.
A Trieste l'artista procede quindi per evocazioni sonore e l'esposizione si snoda tra le stanze della villa settecentesca, sede del Civico Museo Sartorio, in dialogo con gli arredi d'epoca ancora presenti. È così che al primo piano, nel Salone delle Feste - caratterizzato dalla presenza di due magnifici arazzi del XVIII secolo - ci sarà un'installazione composta da opere cardine dell'intero trittico espositivo di Venia Dimitrakopoulou in Italia, quali teste di guerrieri in pietra lavica e bronzo, Linee di pensiero, Vesti di Nesso e un nuovo lavoro su carta dal titolo Lo spartito della memoria. L'opera, creata appositamente per l'occasione, rappresenta l'emblematica espressione della tematica toccata dalla mostra, a conclusione di un percorso lineare e circolare allo stesso tempo, come afferma l'artista stessa: «La trilogia si conclude a Trieste, città rilevante sia per la sua posizione geografica che per la sua storia. - spiega - Un crocevia che collega il Nord al Sud, esattamente come la Grecia. Del resto, la dualità è uno dei cardini principali del mio lavoro, come anche lo spazio intermedio. Iniziando da Palermo dove protagonista è stata la Materia, con tappa intermedia a Torino con il Logos, arrivo ora a Trieste con il Suono, cioè la "non materia". Un tentativo di mappatura della condizione umana e del ciclo della vita, così come io la percepisco. Il momento storico in cui si svolge la mia traversata in Italia è un momento di grandi cambiamenti sia in Europa che nel mondo. In questo paesaggio piuttosto annebbiato, l'arte oggi può avere un ruolo importante e l'artista deve affrontare la sua responsabilità. La memoria e la storia sono il filo conduttore che arriva dal profondo del tempo e sento che, se riusciamo a tenerlo stretto tra le mani, ci potrà guidare al futuro con maggiore sicurezza. A Trieste quindi tento, con mezzi semplici e intangibili, in particolare attraverso i suoni, di attivare la memoria. Il ricordo individuale e personale al Museo Sartorio e il ricordo collettivo al Castello di San Giusto". 

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