Nell'hotspot sopravvivono attualmente 12mila persone in uno spazio concepito per appena 3mila, di cui il 40% sono bambini, costretti a dormire all'aperto o ammassati in tende con appena 5-6 ore al giorno di accesso all'acqua e servizi igienici inadeguati soprattutto per far fronte alla diffusione del contagio. Fino a 160 persone sono costrette a condividere lo stesso bagno sporco e in 500 la stessa doccia, in media in 15 o 20 dormono nella stessa tenda e oltre 300 persone sono costrette a servirsi dello stesso rubinetto nell'assoluta mancanza di sapone. Una fotografia dal campo resa in un nuovo rapporto pubblicato oggi, che allo stesso tempo denuncia come le regole di confinamento sempre più severe imposte agli oltre 24mila migranti sulle isole greche, si stiano trasformando sempre di più in vere e proprie misure di "detenzione" de facto, del tutto inadeguate, peraltro a contenere il diffondersi della pandemia.
Un modello discriminatorio e lesivo dei diritti umani fondamentali, che adesso rischia di diventare un approccio condiviso a livello europeo. Nonostante gli impegni presi, dall'inizio dell'anno, sono stati ricollocati solo 229 minori su 1.600 in sei Paesi Ue. Oxfam e GRC lanciano un appello urgente al governo greco, all'Ue e ai Paesi membri perché siano fatti immediatamente tamponi a tutte le persone nel campo e tutti i migranti siano trasferiti sulla terraferma, in Grecia e in altri Paesi europei.(ANSAmed).