Il voto - che sarebbe il primo dopo le elezioni del 2006, vinte dagli islamici di Hamas, e dopo la sanguinosa rottura del 2007 fra lo stesso Hamas e i laici di Al-Fatah, il partito del presidente moderato dell'Anp, Abu Mazen - e' previsto secondo i piani solo per le amministrazioni locali. Ma, almeno sulla carta, dovrebbe essere organizzato sia in Cisgiordania (tuttora amministrata dall'Anp), sia nella Striscia di Gaza (passata nel 2007 sotto l'esclusivo controllo di Hamas). Al momento si tratta comunque solo d'un annuncio, al pari di altri poi rientrati nel recente passato. Annuncio che del resto non include ne' il voto per il rinnovo del parlamento, ne' quello per le presidenziali, pure attesi da anni. Un portavoce di Hamas ha intanto condannato l'iniziativa come unilaterale, definendola ''un colpo contro la riconciliazione'' e avvertendo che - in questi termini - lo scrutinio sara' certamente boicottato nella Striscia.
Stando agli accordi sottoscritti negli ultimi mesi dalle fazioni palestinesi rivali (ma finora non attuati), le elezioni si sarebbero in effetti dovute organizzare congiuntamente - a tutti i livelli e in tutti i Territori - dopo la costituzione d'un governo tecnico transitorio di unita' nazionale che non ha mai visto la luce. Malgrado questo, un tentativo di costituire commissioni elettorali comuni e' stato avviato nelle ultime settimane, salvo essere bloccato alcuni giorni fa da Hamas nella Striscia sull'onda di recriminazioni reciproche. (ANSAmed).