Il quotidiano di Sofia '24 chassa' (24 Ore), citando una fonte anonima dei servizi di sicurezza bulgari, scrive che due libanesi avrebbero addestrato il kamikaze prima di mandarlo a uccidere gli israeliani appena giunti in vacanza sul Mar Nero.
Per questo, aggiunge il giornale, i servizi speciali stanno passando al setaccio tutti i libanesi, un migliaio circa, entrati in Bulgaria nell'ultimo mese per individuare possibili collegamenti e appoggi per il kamikaze di Burgas. Sarebbero stati tali fiancheggiatori a procurare l'esplosivo e tutto il necessario per preparare la bomba, ad accogliere il kamikaze in un appartamento in affitto o in un albergo, e ad istruirlo per alcuni giorni su come agire all'aeroporto di Burgas.
Da parte sua il ministro dell'interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov, ribadendo che il kamikaze non è Mehdi Ghezali - un estremista islamico nato in Svezia da padre algerino e madre finlandese, ex detenuto a Guantanamo e del quale hanno parlato alcuni media - non ha escluso oggi l'esistenza di un complice, affermando che l'autore dell'attentato non è comunque un cittadino bulgaro.
A privilegiare la pista dell'integralismo sciita libanese è stato oggi a Washington anche il Pentagono. "L'attentato di Burgas ha alcuni marchi di Hezbollah, ma non siamo in grado di determinare esattamente chi sia l'autore", ha detto il portavoce George Little. Lo stesso presidente Barack Obama ha parlato della strage di israeliani sul Mar Nero in un colloquio telefonico con il premier bulgaro Boyko Borissov. (ANSAmed).