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Israele: 'Museo Israel' si apre a ortodossi

Studia separazione sessi, ma solo in ore straordinarie

17 agosto, 14:40

(di Aldo Baquis) (ANSAmed) - GERUSALEMME, 17 AGO - Un momento di svolta nei rapporti fra la cultura israeliana laica e il mondo ortodosso ebraico si e' avuto questa estate quando il Museo Israel di Gerusalemme (imj.org.il) ha dedicato una delle esposizioni agli 'hassidim': ossia a quegli ebrei ortodossi che vivono la propria esistenza totalmente immersi in un'atmosfera di misticismo.

Quando si sono aperti i cancelli della mostra (che presenta gli 'hassidim' sotto un aspetto etnografico, in particolare nei loro rituali e nei loro abbigliamenti) i dipendenti del Museo hanno notato con stupore che fra i visitatori si affollavano comitive di ebrei ortodossi: ed era quella la prima volta in assoluto che li vedevano, in decine di anni di attivita'.

L'emozione e' stata tale - scrive il quotidiano Haaretz - che adesso il Museo esamina per la prima volta la possibilita' di venire incontro ai timorati consentendo loro visite separate per uomini e donne (solo nel padiglione degli Hassidim), in ore straordinarie in cui l'istituto sarebbe altrimenti chiuso.

La totale ostilita' del mondo rabbinico verso la rappresentazione (anche artistica) delle fattezze umane e' radicata nei secoli. Eppure alcuni mesi fa quando la mostra 'Hassidim: non solo bianco e nero' era in fase avanzata di allestimento, uno dei piu' autorevoli esponenti del mondo ortodosso - il Rebbe di Kalarin - ha rotto il ghiaccio, visitando il Museo. Gli oggetti esposti - fra cui il 'Talled' (manto rituale) del rabbino hassidico Baal Shem Tov e antichissimi libri di scritti di proprio pugno da illustri maestri di dottrina - lo hanno scosso e commosso. Nei rioni ultraortodossi di Gerusalemme - alcuni distanti appena un paio di chilometri dal Museo che ha fama internazionale - e' stato immediato il passa-parola, a cui ha fatto eco la stampa religiosa. Anche questa settimana genitori ortodossi accompagnati da proli numerose si sono spinti nelle aule del Museo, ostentando una certa dose di coraggio personale: perche' in altri padiglioni sono esposte ''aborrite'' nudita' femminili e perche' il Museo Israel e' aperto anche nella giornata del riposo sabbatico. Dunque, almeno sulla carta, dovrebbe essere boicottato dai timorati.

Ma la curiosita' ha prevalso. La mostra 'Hassidim' apre una serie di finestre: sul mondo dei bambini, sulla vita delle donne, sulla figura dell' 'Admor': il capo della corte rabbinica che esercita un'autorita' assoluta sui propri seguaci (gli 'hassidim'). I visitatori sono accompagnati per mano in un mondo che - dopo la Shoah - sembrava essere stato spazzato via in maniera definitiva e che invece nelle ultime generazioni sta riprendendo quota e fiducia in se stesso. Tre seminaristi di collegio rabbinico che, in occasione del carnevale ebraico, vestono lussuose livree settecentesche sembrano presi a prestito dalla Polonia del secolo scorso: ma la loro foto e' stata scattata di recente alla periferia di Tel Aviv.

'Hassidim' non e' dunque solo una mostra di rimpianto melanconico per una cultura fiorita secoli nell'Europa orientale, ma e' anche uno spunto per riflettere sulla futura integrazione di questa corrente di ortodossi, fedeli a riti antiquati, nel moderno e dinamico stato di Israele. Anche da qui, afferma la stampa, l'importanza dell'inaspettata apertura del dialogo fra il Museo Israel e la comunita' dei timorati piu' radicali. (ANSAmed).

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