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Turchia: diciamo addio a Ue, esorta guru di Erdogan

Ankara amara, 'non entreremo mai', dice ministro per l'Europa

26 settembre, 09:52

Ankara amara, ''non entreremo mai in Ue'' Ankara amara, ''non entreremo mai in Ue''

(di Francesco Cerri).

(ANSAmed) - ANKARA - Quaranticinque anni ferma, il cappello in mano, davanti alla Fortezza Europa in attesa che si apre una porticina; otto di trattative di adesione a passo di lumaca. La Turchia del 'sultano' Recep Tayyip Erdogan gronda amarezza, e inizia a pensare ad alta voce di tirarsi indietro.
Due personalita' vicine al premier islamico sono uscite allo scoperto negli ultimi giorni. Per la prima volta un ministro, il titolare per l'Europa Egemen Bagis, ha detto quello che molti pensano: ''non entreremo mai''. Poi e' arrivato l'affondo del primo consigliere, o guru, del premier, Yigit Bulut.
''Dobbiamo sbarazzarci dello scenario Unione europea'' ha detto, perche' il paese possa assumere invece la leadership del 'mondo nuovo' che emerge in Medio Oriente, Asia Centrale, Africa.
Lo stesso Erdogan, nostalgico della 'grandeur' ottomana della Turchia che vorrebbe di nuovo super-potenza regionale, e' sempre stato freddo verso lo 'scenario Ue'. Ma nei primi anni di governo islamico ha varato riforme politico-economiche 'europee', ottenendo l'appoggio dell'Ue nel braccio di ferro con i militari kemalisti 'guardiani' della laicita' dello stato. Dalle elezioni del 2011 Erdogan ha cambiato linea rileva su Taraf l'analista Emre Uslu. Si e' girato verso il Medio Oriente, ha iniziato a prendere le distanze dall'Occidente: ''l'obiettivo di Erdogan e' di diventare il leader del Medio Oriente''. Ha rotto con Israele, ha cavalcato il 'dopo-primavera' arabo recuperato dai movimenti islamici, e in Siria la rivolta sunnita. Scelte strategiche che si sono pero' rivelate sbagliate. 'L'asse sunnita' con il Mohamed Morsi e' crollato con la caduta del presidente egiziano. In Siria Erdogan aveva scommesso su un rovesciamento rapido di Assad e sulla vittoria dei Fratelli Musulmani. Anche qui e' andata male. La linea muscolare turca in Siria e Egitto, l'appoggio a chiunque combattesse Assad, compresi i gruppi di Al Qaida, hanno indebolito la diplomazia turca, incrinato i rapporti con Russia e Iran, mentre la feroce repressione della rivolta di Gezi Park ha rovinato l'immagine internazionale del premier. Intanto e' continuata la tragicommedia dell'adesione all'Ue.
Dal 2005 solo un capitolo negoziale su 35 e' stato chiuso. I sondaggi mostrano che molti europei non vogliono nell'Ue un grande paese musulmano di 75 milioni di abitanti. E c'e' lo scoglio di Cipro, la cui meta' nord e' occupata dal 1974 dalla Turchia. In 11 anni di potere islamico, la Turchia e' cambiata. Ora e' la 17ma potenza economica mondiale. L'europea Istanbul non e' piu' il centro di potere egemonico del paese. L'Anatolia e' crsciuta, con le sue 'tigri', la componente islamica, asiatica, conservatrice e nazionalista ha ritrovato voce e orgoglio con Erdogan.
Solo il 44% dei turchi rimane a favore dell'Ue contro il 73% nel 2004. Buona parte degli elettori di Erdogan ora vedono di buon occhio una possibile scelta neo-ottomana: la Turchia al centro di una grande sfera di influenza dal Marocco al Turkmenistan. Voltando le spalle all'Ue. Una ipotesi che pero' spaventa il popolo laico, sceso in piazza in massa in giugno contro Erdogan, che considera l'aggancio all'Europa e' una 'assicurazione' contro possibili derive autoritarie o islamiche del potere. (ANSAmed).

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