Tre giorni dopo il suo 'storico' colloquio telefonico con il nuovo presidente iraniano Hassan Rohani, Obama ha oggi ricevuto alla Casa Bianca Netanyahu, e ha affermato di essere d'accordo con lui che e' ''imperativo'' evitare che Teheran si doti di armi nucleari. Ma allo stesso tempo ha rivendicato che e' ''grazie alle sanzioni senza precedenti che siamo riusciti ad applicare negli ultimi anni che gli iraniani sembrano ora pronti a negoziare''; anche se si tratta di negoziati che di certo ''non saranno facili'', anche perche' ora gli iraniani devono passare dalle parole ai fatti. Netanyahu dal canto suo ha sottolineato che e' necessario ''mantenere la pressione'', e mantenere viva una ''credibile minaccia militare'', affinche' Teheran smantelli ''completamente il suo programma nucleare militare''. L'intesa tra i due leader non e' mai stata facile, ma nel faccia a faccia pubblico, seduti accanto al camino dell'Ufficio Ovale, Obama e Netanyahu hanno dato oggi un'immagine di determinazione comune, e di unita' di intenti.
Nei giorni scorsi dalla Casa Bianca erano trapelate indiscrezioni secondo cui il presidente avrebbe chiesto al premier israeliano di dare altro tempo alla diplomazia, ma allo stesso tempo avrebbe in privato fatto qualche passo in avanti nel fissare scadenze sul dossier del nucleare iraniano. Non e' chiaro se questo sia avvenuto, ma certo un confronto chiaro deve esserci stato. ''Diro' la verita'. I fatti devono essere chiariti, davanti alle parole dolci e al blitz dei sorrisi'', aveva del resto detto sabato Netanyahu partendo da Tel Aviv per Washington, riferendosi al viaggio di Rohani a New York. E in maniera chiara si saranno parlati anche del processo di pace israelo-palestinese, un altro argomento che Obama, proprio assieme alla questione iraniana, ha definito come un priorita' della sua politica estera, parlando la settimana scorsa all'Onu.
Su questo fronte e' finora trapelato ancora meno, ma davanti ai giornalisti Obama ha pubblicamente oggi reso onore al ''coraggio'' di Netanyahu nel riprendere i colloqui di pace con i palestinesi. E ha anche ribadito la sua volonta' di facilitare i negoziati, ma ha pure sottolineato che il tempo per raggiungere dei risultati tangibili e' limitato. Un concetto espresso anche dal presidente palestinese Abu Mazen la settimana scorsa dal podio dell'Onu. ''Il tempo sta per scadere e la finestra per la pace si sta chiudendo'', ha detto, aggiungendo che questa sembra davvero ''l'ultima chance''. Domani, anche Netanyahu parlera' da quella tribuna, certamente del processo di pace con i palestinesi, cosi' come del nucleare iraniano.
Secondo alcune fonti, questa volta forse per dare ad Obama e alla diplomazia piu' tempo, evitera' di tracciare linee rosse, come aveva fatto l'anno scorso su una bomba in stile fumetto disegnata su cartone, per indicare che Teheran era ormai vicina alla realizzazione di ordigni nucleari. (ANSAmed).