Qui il forte e repentino impatto della tecnologia ha come 'saltato una generazione', come si è visto nello sviluppo della telefonia mobile che ha di fatto sostituito quella fissa, accelerando alcuni processi e favorendo la nascita di poli d'innovazione, da cui ''Abbiamo da imparare, perché superiori a quelli dei paesi europei e degli Stati Uniti', ha detto questa mattina a Milano, alla presentazione dello studio, Roberto Masiero, presidente della fondazione Think!.
In Algeria sono da poco stati finanziati l'equivalente di 18miliardi di euro statali per la creazione di 42 tecnoparchi entro il 2017, sulla scia del Technopark 'El Ghazala' marocchino che ha triplicato in pochi anni i suoi dipendenti, che oggi sono 3500. ''Sviluppo dell'Ict e sviluppo socio-economico - spiega Nicoletta Corrocher, Lecturer di economia politica dell'Università Bocconi - viaggiano di pari passo'' e sembra proprio che questi paesi se ne siano accorti: in Palestina sono nate negli ultimi anni 300 compagnie di Ict e Israele ''è ormai una Start-up nation'', secondo le parole di Simone Sala, Post-Doctoral research fellow alla Columbia University.
Il boom dei social network - Facebook parla ormai arabo, con 56 milioni di utenti nell'area - e delle applicazioni per smartphone ha dato infine il via libera alla nascita di diverse applicazioni di successo, guardate oggi con interesse dalle aziende più innovatrici del settore. In Egitto è nata, durante i tumulti degli ultimi due anni, l'app 'Ben2ollak', che aiuta gli autisti a districarsi nel caotico traffico delle città, alle prese con rivolte e proteste (700mila utenti in due anni).
Un'altra app fortunata è 'Click2doc', che permette di mandare in remoto immagini per diagnosi mediche, e che ha lanciato l'area del Maghreb all'avanguardia dell'M-health, nei servizi cioè legati alla salute tramite mobile. (ANSAmed).