(di Michele Monni)
(ANSAmed) - RAMALLAH - Le previsioni parlano di un'annata di magra per la produzione di olio nei Territori palestinesi occupati. Il calo produttivo rischia non solo di aggravare la condizione della già traballante economia cisgiordana, ma potrebbe privare le famiglie palestinesi, la maggior parte delle quali possiede almeno qualche albero di ulivo, di un sicuro sostegno economico e alimentare. ''Le ragioni del calo - ha spiegato all'ANSA il ministro dell'agricoltura palestinese Walid Assaf- sono in parte ambientali, legate alla variabilita' del ciclo naturale del raccolto e in parte collegate alle difficoltà dei contadini palestinesi nella raccolta delle olive a causa delle restrizioni israeliane e degli attacchi dei coloni''.
''Negli ultimi anni - ha spiegato Assaf- il calo e' stato vicino al 50% nelle zone in prossimità di colonie israeliane o del muro di separazione. Gli attacchi verso i contadini palestinesi da parte di coloni estremisti sono ormai giornalieri, senza considerare le centinaia di alberi bruciati o tagliati. A tal riguardo - ha spiegato il ministro- ci sono stati diversi incontri con le autorità israeliane e recentemente l'esercito israeliano ha effettuato diversi arresti di coloni nelle zone di Nablus e Salfit''. Per ovviare alla distruzione degli alberi e alla confisca di terre per ragioni di sicurezza, come sostenuto da Israele, l'Autorità palestinese (Anp) ha lanciato un programma che prevede di piantare nei prossimi 5 anni più di 3.5 milioni di ulivi. Il ministro ha poi sottolineato il tema dei permessi rilasciati dall'esercito israeliano ai contadini palestinesi durante il raccolto e i problemi che crea loro.
La produzione di olio e di olive al dettaglio è una parte fondamentale dell'economia palestinese: nel 2012 la produzione è stata di circa 30.000 tonnellate di olio e 6/7 mila tonnellate di olive vendute al dettaglio. Quest'anno la previsione del raccolto si aggira, secondo il Ministero dell'Agricoltura palestinese, sulle 15.000 tonnellate: 8mila destinate al fabbisogno interno, la rimanenza, grazie ad un accordo con Israele, verrà esportato a Gaza (3000 ton.) e in territorio israeliano (5000 tonnellate). In un recente rapporto la Banca Mondiale ha sottolineato che l'agricoltura puo' essere una chiave di svolta dell'economia palestinese ed ha evidenziato come il non utilizzo di vaste aree agricole (specialmente nella valle del Giordano) a causa delle restrizioni israeliane, costi all'economia palestinese circa 3,4 miliardi di dollari all'anno.
(ANSAmed)