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Israele: municipali, voto Gerusalemme pesa su governo

A Tel Aviv sfida serrata; deputata araba vuole espugnare Nazaret

21 ottobre, 17:06

(di Aldo Baquis) (ANSAmed) - TEL AVIV, 21 OTT - La coalizione di governo di Benyamin Netanyahu rischia di entrare in una fase di instabilita' con le elezioni municipali di domani: un appuntamento politico seguito con distrazione dai maggiori partiti della Knesset, che ha tuttavia la sua eccezione piu' eclatante a Gerusalemme. In quella citta' (800 mila abitanti) Likud-Beitenu si e' di fatto spaccato. Netanyahu tacitamente simpatizza per il candidato laico Nir Barkat: il sindaco uscente che cerca la riconferma. Ma il n. 2 di Likud-Beitenu, Avigdor Lieberman, ha lanciato e sostenuto la candidatura del suo rivale: il religioso e conservatore Moshe Leon.

Anche la laica e progressista Tel Aviv (400 mila abitanti) sara' teatro di un'aspra sfida ideologica. Molti occhi saranno puntati infine su Nazaret, dove la parlamentare Hanin Zuabi cerchera' di diventare la prima donna-sindaco araba nella storia di Israele.

Gia' in passato il voto a Gerusalemme ha avuto importanti riflessi nell'alta politica. Cosi' fu per Ehud Olmert, che seppe catapultarsi dalla poltrona di sindaco della citta' piu' problematica di Israele fin nell'ufficio del primo ministro.

Barkat spera di emularlo, un giorno. Prima pero' dovra' superare l'uomo di Lieberman.

Su Leon il capo del partito ortodosso Shas, Arie Deri, sta cercando di convogliare il voto massiccio dei rabbini di Gerusalemme. In caso di successo si attende pero' da Lieberman un gesto di gratitudine: un rimpasto di governo. Il partito centrista laico di Yesh Atid dovrebbe essere allora espulso dalla coalizione per far spazio a due liste ortodosse.

In un'accorata analisi Haaretz ha confermato che a Gerusalemme la posta in palio e' elevata. Gia' oggi, nelle sue scuole elementari, il 39 per cento degli allievi sono ebrei ortodossi, e il 38 per cento arabi palestinesi. Nella autoproclamata capitale di Israele i laici sionisti sembrano condannati a ridursi ad una esigua minoranza. Barkat, secondo il giornale, e' tuttavia riuscito ''a tenere viva la fiaccola'' di una citta' aperta al high-tech, alla cultura, agli spettacoli di evasione. Leon, paventa Haaretz, sarebbe invece piu' incline ad assecondare le correnti religiose ed ortodosse. Negli ultimi sondaggi, Barkat mantiene comunque un netto distacco sul rivale.

A sessanta chilometri di distanza, nella prospera Tel Aviv, l'efficiente sindaco laburista Ron Hulday (che chiede una ulteriore conferma) e' sfidato dall'effervescente Niztan Horovitz: un parlamentare di Meretz (sinistra sionista), esponente di spicco della comunita' gay. Sensibile alle parole d'ordine degli 'indignati' (protagonisti di una stagione di proteste sociali due anni fa) Horovitz invoca investimenti nei rioni proletari; l'assorbimento degli immigrati dall'Africa; nuove scuole, e case popolari. Hulday (che opera in perfetta sincronia col mondo degli affari e che nei sondaggi gode del sostegno del 45-50 per cento dei votanti) non ha fatto quasi propaganda elettorale. ''Per me - ha detto con un filo di superbia - parlano i fatti''. Ossia una citta' in continua espansione, dotata di buoni servizi, che rappresenta un polo di attrazione per i giovani israeliani e non.

Nel settore arabo in Galilea desta attenzione la sfida allo stagionato sindaco cristiano di Nazaret Ramez Jeraysi (che vuole la riconferma), lanciata dalla parlamentare e 'pasionaria' della sinistra radicale, Hanin Zuabi. (ANSAmed).

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