Una visita che però non è gradita all'ambasciata di Israele in Italia, che attraverso fonti diplomatiche fa sapere di giudicarla "prematura": "L'Iran è entrato nel negoziato con i '5+1' solo sotto le pressioni internazionali". "Queste visite e il corteggiamento del business con l'Iran prima della fine dei negoziati - proseguono le stesse fonti - rafforzano la sua percezione di potere nei negoziati e influenzano negativamente le opzioni per il raggiungimento di un buon accordo". Per Israele, inoltre, Teheran "ha una grossa responsabilità per le migliaia di morti in Siria, con il sostegno diretto del regime di Assad".
In un'intervista al Corriere della Sera, la scorsa settimana, il ministro Bonino ha annunciato che con l'Iran l'Italia sta "mettendo a punto un piano di scambi e cooperazioni, non solo in campo energetico". Pur mettendo in guardia da un "eccessivo ottimismo" sulle aperture del nuovo presidente Hassan Rohani sul nucleare e sul disgelo con gli Stati Uniti dopo 30 anni, e invitando a basarsi "sui fatti e non solo sulle dichiarazioni", la titolare della Farnesina ha infatti più volte rivendicato per l'Italia il primato di aver aperto un dialogo con Teheran all'indomani della vittoria di Rohani.
Il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli si recò in visita a Teheran in agosto, appena tre giorni dopo il giuramento del presidente, al quale consegnò una lettera del premier Enrico Letta con l'obiettivo di "manifestare l'attenzione del governo italiano". "Siamo stati come Italia e come italiani antesignani di un'apertura di dialogo con la nuova amministrazione iraniana", ha ribadito ancora Bonino nei giorni scorsi, spiegando di aver voluto "anche mostrare rispetto verso un popolo che ha partecipato enormemente all'ultima tornata elettorale e che voleva voltare pagina".
A non gradire la visita di Zarif è anche il Consiglio nazionale della Resistenza iraniana in Italia. "L'unico risultato del viaggio di Zarif in Italia è celare la natura e il comportamento del regime teocratico", scrivono gli oppositori in una nota, denunciando l'equivoco di un "moderatismo inesistente di Rohani" e la continua repressione della popolazione iraniana: "Negli ultimi 5 mesi, dall'elezione di Rohani, sono stati impiccati più di 320 prigionieri, anche politici". (ANSAmed).