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Mo: torna Kerry, obiettivo rilanciare processo pace

Incontro con Abu Mazen. Livni, destra fa deragliare negoziati

13 dicembre, 10:17

(di Massimo Lomonaco) (ANSAmed) - TEL AVIV, 13 DIC - Rilanciare il negoziato stagnante tra Israeliani e Palestinesi: il segretario di stato Usa John Kerry torna per la nona volta nella regione con questo obiettivo dichiarato. Al quale ha deciso di dare un impulso maggiore attraverso un suo coinvolgimento nei colloqui piu' diretto, insieme a quello dell'inviato sul campo Martin Indik: basti pensare che quella di oggi e' la seconda volta del segretario di stato in pochi giorni. Appena arrivato, Kerry ha subito visto a Ramallah il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmoud Abbas), non ci sono state dichiarazioni al termine dell'incontro. Kerry - a quanto risultava - avrebbe dovuto vedere prima Benyamin Netanyahu e il presidente Shimon Peres e successivamente Abu Mazen, ma la nevicata storica che da due giorni si sta abbattendo su Gerusalemme ha fatto spostare gli incontri a oggi.

Sul piatto ci sono ancora le "idee" Usa - cosi' le ha definite Kerry - sulla sicurezza, secondo il Piano elaborato dal generale John Allen, inviato speciale del segretario di stato.

Idee che tengono conto delle richieste israeliane, nell'ambito di un possibile accordo complessivo, di una presenza militare, per un numero congruo di anni, nella Valle del Giordano. Una chiave di volta, a giudizio di Kerry - presentata alle parti nell'ultima tornata negoziale dei giorni scorsi - che potrebbe esaudire Israele e spingere Netanyahu ad essere piu' preciso sui confini del futuro stato palestinese. Piano che pero' i Palestinesi - secondo le dichiarazioni dei giorni scorsi - sembra abbiano respinto al mittente, almeno nei termini esposti, come irricevibile. Kerry starebbe dunque tentando - anche secondo i media - il colpo di affondo proprio su questo tema: del resto la sua portavoce Jennifer Psaki ha ripetuto alla vigilia del viaggio che obiettivo degli Usa resta comunque "un accordo finale" e non un'intesa transitoria. Particolare questo, ribadito anche da parte palestinese.

L'impasse dei negoziati sta da giorni arroventando il dibattito politico israeliano: di recente e' sceso in campo il leader del centrista "C'e' futuro" Yair Lapid chiedendo che il processo di pace vada avanti, anche a costo di cambi nella maggioranza di governo. Ieri e' stata la volta del negoziatore capo israeliano Tizpi Livni, leader del centrista "Movimento".

E' stata lei - che e' anche ministro della Giustizia - ad accusare la destra (maggioritaria nel governo) di voler "far deragliare" le trattative con i Palestinesi. In particolare, Livni ha accusato "Focolare ebraico", partito nazionalista radicale guidato dal ministro dell'Economia Naftali Bennett e ha detto che la costruzione continua di nuovi alloggi nelle colonie ebraiche mette in pericolo la sicurezza di Israele. "Se c'e' una cosa che danneggia la nostra capacita' di riunire il mondo a favore degli accordi di sicurezza necessari per Israele - ha detto sostenendo che "Focolare ebraico" ha posto di fatto un veto sul processo di pace - questa e' l'incontrollato e irresponsabile annuncio di altre costruzioni nelle colonie". Per Livni, il governo deve scegliere tra ulteriori costruzioni degli insediamenti e il rafforzamento della sicurezza d'Israele: "insistere su ulteriori costruzioni significa far deragliare i negoziati".(ANSAmed).

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