(ANSAmed) - TEL AVIV, 2 GEN - Restano critiche le condizioni
dell'ex premier israeliano Ariel Sharon, 85 anni, colpito da un
ictus nel gennaio 2006 e che da allora si trova in coma.
Negli ultimi giorni, si e' appreso dal Centro medico Tel
ha-Shomer di Tel Aviv, Sharon e' stato afflitto da gravi
disfunzioni renali.
Al suo capezzale sono giunti i due figli Ghilad e Omri, che
da ieri sono impegnati in consultazioni costanti con lo staff
medico.
Sharon è stato in prima linea in tutti i conflitti dello
Stato ebraico: nel 1956, nel 1967 e nel 1973 quando riuscì a
bloccare nel Sinai l'offensiva egiziana. Nello stesso anno fu
tra i fondatori del partito Likud, iniziando un'ascesa politica
che fu temporaneamente bloccata nel 1982 quando, da ministro
della Difesa, decise l'invasione del Libano e fu considerato
"indirettamente" responsabile delle stragi di Sabra e Shatila
compiute dai falangisti delle milizie cristiane. Ricostruita con
pazienza la sua forza politica, si venne a trovare di nuovo
nell'occhio nel ciclone nel settembre 2000 quando, dopo una
"passeggiata" nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme,
cominciò l'Intifada palestinese a cui reagì con durezza,
ordinando l'isolamento dal resto del mondo del presidente
palestinese Yasser Arafat. Poi però cominciò a modificare
l'atteggiamento di totale chiusura e nel 2005 portò avanti e
vinse la sua più importante battaglia politica: il ritiro dalla
Striscia di Gaza, con lo sgombero forzato di migliaia di coloni
ebrei. Lo sgretolamento conseguente del Likud lo portò a fondare
un nuovo partito, il centrista Kadima, con il quale avrebbe
dovuto partecipare alle elezioni del 2006. L'ictus del 4 gennaio
lo ha fermato. (ANSA).