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Mo:Consigliere Abu Mazen,solo miracolo può portare a accordo

'Tra noi e Israele non c'è intesa su nulla', dice Nemer Hammad

09 gennaio, 15:17

(di Michele Esposito).

(ANSAmed) - ROMA, 9 GEN - Solo un "miracolo" può portare a un accordo di pace in Medio Oriente. Anche perché, nonostante la mediazione degli Usa, tra israeliani e palestinesi "non c'è accordo su nulla". Non accenna neanche il più cauto ottimismo Nemer Hammad, consigliere del presidente dell'Anp Abu Mazen (Mahmud Abbas) e responsabile dell'Olp a Roma per 30 anni, che, in un'intervista all'ANSA, fa il punto sullo stato dei negoziati tra israeliani e palestinesi. Negoziati che, a suo parere, hanno un problema ben definito: "le proposte di Israele sono inaccettabili". Gerusalemme, i cittadini arabi d'Israele, la valle del Giordano: i punti d'attrito sono elencati uno ad uno da Hammad, che evidenzia come siano gli stessi di quelli emersi nel 2010, quando nell'ambito dell'ultima ripresa dei negoziati mediata dagli Usa, Abu Mazen e il premier israeliano Benyamin Netanyahu si incontrarono a Gerusalemme, in settembre. "Abu Mazen presentò una proposta scritta, che Netanyahu non volle neanche guardare sostenendo che tutto dipendeva dalla sicurezza d'Israele", ricorda Hammad sostenendo che, proprio sulla base del principio della sicurezza, "Netanyahu vuole mantenere un esercito e delle basi israeliani nella valle del Giordano". Cosa che per i palestinesi è inaccettabile.

Come inaccettabile - rimarca - è il fatto che il nuovo Stato palestinese riconosca Israele come Stato ebraico. "Il nome dello Stato d'Israele riguarda l'intera comunità internazionale, l'Onu. Chiedere un simile riconoscimento solo a noi vuol dire negare i diritti dei palestinesi che sono cittadini israeliani", spiega Hammad, che chiude anche su un eventuale scambio di territori: "Israele è uscito allo scoperto quando ha proposto la cessione di alcune aree della 'zona del triangolo'", dove vivono migliaia di palestinesi, "in cambio della legittimazione dei suoi insediamenti".

Sul fronte palestinese, invece, Hammad ci tiene a chiarire due punti. "Gaza rientra nel negoziati e Hamas riconosce all'Olp la piena legittimità nel negoziare", evidenzia il consigliere tacciando al tempo stesso come "assolutamente non vera" la tesi che vorrebbe un Abu Mazen indebolito dall'interno. Il problema, ribadisce Hammad, è "nello stesso concetto di Stato palestinese" che ha il governo israeliano. E a nulla sembra valere l'incessante lavoro di John Kerry. "Non c'è mai stato, prima di lui, un Segretario di Stato Usa così determinato", è l'elogio di Hammad, secondo il quale, però, "solo un miracolo potrà far sì che Kerry ottenga qualcosa dagli israeliani". Con una nuova ombra, peraltro, all'orizzonte. L'Anp si è impegnata a congelare qualsiasi iniziativa alle agenzie Onu nel periodo dei negoziati, in scadenza ad aprile. Cio' significa, ad esempio, non fare ricorso presso la Corte internazionale dell'Aja o avanzare richieste specifiche all'Unesco, che ha da tempo riconosciuto la Palestina come suo stato membro con implicazioni importanti sullo status di luoghi sacri e beni architettonici e artistici presenti in territorio palestinese. Il "sospetto", spiega Hammad, è che Israele stia considerando il termine "prorogabile per bloccare nostre eventuali azioni".

(ANSAmed).

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