(di Elisa Pinna).
(ANSAmed) - Roma, 13 gen - Papa Francesco si è rivolto oggi
alle grandi potenze e a tutte le parti coinvolte nella
sanguinosa guerra in Siria perche' diano prova di ''una
rinnovata volontà politica comune per porre fine al conflitto" e
per trasformare la cosidetta Conferenza di 'Ginevra 2' (che si
terrà stavolta a Montreux-Svizzera) nell'inizio di "un cammino
di pacificazione". "Non si può più accettare - ha ammonito
Francesco - che venga colpita la popolazione civile inerme,
sopratutto i bambini". Papa Bergoglio, nel tradizionale saluto
ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede, ha chiesto a
palestinesi e israeliani di scelte 'coraggiose', ha lodato
l'accordo tra Iran e Sestetto sul nucleare, esempio - ha
sottolineato - di come le problematiche aperte devbbano essere
risolte in modo negoziale. Ha espresso però anche una grande
preoccupazione per la sorte dei cristiani in Medio Oriente e
Nord Africa e per la situazione di grave instabilità poltica che
continua a persistere in Iraq e altri paesi dell'area.
Per la Siria, ha sottolineato, "è imprescindibile il pieno
rispetto del diritto umanitario". Così ha lanciato un appello
alla comunità internazionale perchè tutti si impegnino "a
favorire e a garantire, in ogni modo possibile, la necessaria e
urgente assistenza di gran parte della popolazione, senza
dimenticare l'encomiabile sforzo di quei Paesi, soprattutto il
Libano e la Giordania, che con generosità hanno accolto nel
proprio territorio i numerosi profughi siriani".".
"Non cesso di sperare che abbia finalmente termine il
conflitto in Siria", ha detto il Papa agli ambasciatori riuniti
nella Sala Regia in Vaticano. "La sollecitudine per
quella cara popolazione e il desiderio di scongiurare
l'aggravarsi della violenza mi hanno portato, nel settembre
scorso, a indire una giornata di digiuno e di preghiera", ha
ricordato.
"E' positivo - ha poi osservato - che siano
ripresi i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi". "Le
parti - ha auspicato - siano determinate ad assumere, con il
sostegno della Comunità internazionale, decisioni coraggiose per
trovare una soluzione giusta e duratura ad un conflitto la cui
fine si rivela sempre più necessaria e urgente".
Di fronte al dramma dell'esodo dei cristiani dal Medio Oriente
e dal Nord Africa, Francesco ha osservato come "essi
desiderino continuare a far parte dell'insieme
sociale, politico e culturale dei Paesi che hanno contribuito ad
edificare, e ambiscano a concorrere al bene comune delle società
nelle quali vogliono essere pienamente inseriti, quali artefici
di pace e di riconciliazione". Nel suo discorso al
Corpo diplomatico, papa Francesco si è soffermato anche sulle
altre situazioni del Medio Oriente, notando "con preoccupazione
le tensioni che in diversi modi colpiscono la Regione".
"Guardo con particolare preoccupazione - ha detto - al
protrarsi delle difficoltà politiche in Libano, dove un clima di
rinnovata collaborazione fra le diverse istanze della società
civile e le forze politiche è quanto mai indispensabile per
evitare l'acuirsi di contrasti che possono minare la stabilità
del Paese". "Penso anche all'Egitto - ha proseguito -, bisognoso
di una ritrovata concordia sociale, come pure all'Iraq, che
stenta a giungere all'auspicata pace e stabilità". In pari
tempo, ha affermato, "rilevo con soddisfazione i significativi
progressi compiuti nel dialogo tra l'Iran ed il "Gruppo 5+1"
sulla questione nucleare".
"Ovunque la via per risolvere le problematiche aperte deve
essere quella diplomatica del dialogo", ha concluso il
Francesco.(ANSAmed).