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Papa: Siria, basta ecatombe, da Ginevra2 si avvii negoziato

Da Israele e Anp serve coraggio; accordo Iran sia esempio

13 gennaio, 13:32

(di Elisa Pinna). (ANSAmed) - Roma, 13 gen - Papa Francesco si è rivolto oggi alle grandi potenze e a tutte le parti coinvolte nella sanguinosa guerra in Siria perche' diano prova di ''una rinnovata volontà politica comune per porre fine al conflitto" e per trasformare la cosidetta Conferenza di 'Ginevra 2' (che si terrà stavolta a Montreux-Svizzera) nell'inizio di "un cammino di pacificazione". "Non si può più accettare - ha ammonito Francesco - che venga colpita la popolazione civile inerme, sopratutto i bambini". Papa Bergoglio, nel tradizionale saluto ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede, ha chiesto a palestinesi e israeliani di scelte 'coraggiose', ha lodato l'accordo tra Iran e Sestetto sul nucleare, esempio - ha sottolineato - di come le problematiche aperte devbbano essere risolte in modo negoziale. Ha espresso però anche una grande preoccupazione per la sorte dei cristiani in Medio Oriente e Nord Africa e per la situazione di grave instabilità poltica che continua a persistere in Iraq e altri paesi dell'area. Per la Siria, ha sottolineato, "è imprescindibile il pieno rispetto del diritto umanitario". Così ha lanciato un appello alla comunità internazionale perchè tutti si impegnino "a favorire e a garantire, in ogni modo possibile, la necessaria e urgente assistenza di gran parte della popolazione, senza dimenticare l'encomiabile sforzo di quei Paesi, soprattutto il Libano e la Giordania, che con generosità hanno accolto nel proprio territorio i numerosi profughi siriani".". "Non cesso di sperare che abbia finalmente termine il conflitto in Siria", ha detto il Papa agli ambasciatori riuniti nella Sala Regia in Vaticano. "La sollecitudine per quella cara popolazione e il desiderio di scongiurare l'aggravarsi della violenza mi hanno portato, nel settembre scorso, a indire una giornata di digiuno e di preghiera", ha ricordato.

"E' positivo - ha poi osservato - che siano ripresi i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi". "Le parti - ha auspicato - siano determinate ad assumere, con il sostegno della Comunità internazionale, decisioni coraggiose per trovare una soluzione giusta e duratura ad un conflitto la cui fine si rivela sempre più necessaria e urgente". Di fronte al dramma dell'esodo dei cristiani dal Medio Oriente e dal Nord Africa, Francesco ha osservato come "essi desiderino continuare a far parte dell'insieme sociale, politico e culturale dei Paesi che hanno contribuito ad edificare, e ambiscano a concorrere al bene comune delle società nelle quali vogliono essere pienamente inseriti, quali artefici di pace e di riconciliazione". Nel suo discorso al Corpo diplomatico, papa Francesco si è soffermato anche sulle altre situazioni del Medio Oriente, notando "con preoccupazione le tensioni che in diversi modi colpiscono la Regione".

"Guardo con particolare preoccupazione - ha detto - al protrarsi delle difficoltà politiche in Libano, dove un clima di rinnovata collaborazione fra le diverse istanze della società civile e le forze politiche è quanto mai indispensabile per evitare l'acuirsi di contrasti che possono minare la stabilità del Paese". "Penso anche all'Egitto - ha proseguito -, bisognoso di una ritrovata concordia sociale, come pure all'Iraq, che stenta a giungere all'auspicata pace e stabilità". In pari tempo, ha affermato, "rilevo con soddisfazione i significativi progressi compiuti nel dialogo tra l'Iran ed il "Gruppo 5+1" sulla questione nucleare".

"Ovunque la via per risolvere le problematiche aperte deve essere quella diplomatica del dialogo", ha concluso il Francesco.(ANSAmed).

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