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Gelo Usa-Israele, ministro offende Kerry poi si scusa

Yaalon lo aveva definito "ossessivo". Casa Bianca, "scioccati"

15 gennaio, 09:35

(di Aldo Baquis) (ANSAmed) - TEL AVIV, 15 GEN - Un duro attacco al segretario di Stato di Obama, la reazione "scioccata" della Casa Bianca che ha chiesto un'immediata marcia indietro, e poi, in serata, le scuse. Le scintille tra Israele e il suo vitale alleato americano sono state innescate dal ministro della Difesa Mashe Yaalon, che ha accusato Kerry, impegnato nello spossante tentativo di rianimare il negoziato di pace israelo-palestinese, di essere un mediatore "ossessivo". Tutto è cominciato quando il popolare tabloid Yediot Ahronot ha pubblicato, su due pagine, quella che é parsa una sfuriata in piena regola dell'ex generale Yaalon: uomo forte del Likud di Benyamin Netanyahu e "falco" riconosciuto in seno alla compagine di governo. Parole pronunciate in privato, ma filtrate sul giornale, che descrivono Kerry, appunto, come "ossessivo", animato "in modo incomprensibile" da pulsioni "messianiche". "Che si prenda il Nobel e ci lasci in pace", pare sia sbottato Yaalon, liquidando il segretario di Stato di Barack Obama quasi come un sottoposto e irridendo il piano di sicurezza regionale appena presentato dallo staff Usa al tavolo negoziale come un testo che "non vale il prezzo della carta su cui e' scritto".

A Washington qualcuno deve aver strabuzzato gli occhi e sono partiti fulmini e saette. Nel tentativo di arginare lo scandalo, la capo negoziatrice israeliana Tzipi Livni e lo stesso premier Netanyahu hanno cercato di sminuire la portata della sortita assicurando che i rapporti bilaterali restano stretti e che anche quando ci sono dissensi essi sono di contenuto, mai di carattere personale. Livni, esponente dell'appendice centrista di una maggioranza di governo dominata dalla destra, ha anche criticato apertamente Yaalon. Ma la presa di distanza non é bastata a placare il dipartimento di Stato. L'entourage di Kerry ha reagito con collera da Roma, a margine di una visita del segretario di Stato a papa Francesco. "Le parole di Yaalon, se confermate, sono oltraggiose e inappropriate: tanto piu' tenuto conto di quanto gli Usa fanno per la sicurezza di Israele", ha sibilato una portavoce. Mentre la Casa Bianca le ha bollate in serata come affermazioni "scioccanti e fuori luogo". E secondo una fonte dell'amministrazione, sarebbe stato inviato un messaggio a Gerusalemme per chiedere a Netanyahu di sconfessare apertamente il suo ministro - titolare del dicastero israeliano più strategicamente dipendente dagli aiuti americani. Neppure un'ora dopo le scuse sono arrivate dal diretto interessato: "Non avevo alcuna intenzione di offendere John Kerry - ha detto in un comunicato Yaalon - e mi scuso se il Segretario di Stato si è sentito offeso dalle parole che mi hanno attribuito". Il ministro ha quindi assicurato che "Usa e Israele hanno il comune obbiettivo di portare avanti il processo di pace con i palestinesi guidato da Kerry, di cui apprezziamo i notevoli sforzi in tal senso".

Proprio ieri il vicepresidente Joe Biden - giunto in Israele per i funerali dell'ex premier Ariel Sharon - aveva del resto ribadito l'unità d'intenti dell'amministrazione Obama dietro le iniziative diplomatiche (e le pressioni) di Kerry in Medio Oriente. Nell'arco di tutta la giornata dall'ufficio di Yaalon l'articolo di Yediot Ahronot non era stato smentito. E in una serie di conversazioni "riservate" con giornalisti israeliani il ministro aveva rincarato sostenendo che il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen si regge sulle baionette israeliane. Una volta che - come auspicato dagli Usa - Israele lasciasse i Territori, "la Cisgiordania si trasformerebbe in un Hamastan", ha sentenziato: ossia in una copia della tumultuosa Striscia di Gaza in mano alla fazione islamica ribellatasi a suo tempo all'Anp.(ANSAmed).

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