Riferendosi alla richiesta di Netanyahu che l'Anp riconosca Israele come uno 'Stato ebraico', Shaath ha polemicamente affermato: "Al fine di soddisfare la narrativa sionista, i palestinesi dovrebbero dunque sbarazzarsi della loro propria narrativa e dimenticare per sempre il diritto al ritorno dei profughi". Dietro alle richieste di Netanyahu, a suo parere, c'è "un catastrofico desiderio di distruggere gli sforzi del segretario di Stato Usa John Kerry", che funge da mediatore fra le parti.
Shaat ha detto che i palestinesi sono disposti ad accettare una presenza militare internazionale, "fino a che Israele si senta sicuro", nella valle del Giordano: "ma non vogliamo - ha precisato - la sua occupazione".
"Israele - ha spiegato il dirigente palestinese - è preoccupato che il regno giordano non sia capace di garantire la sicurezza sul confine contro infiltrazioni estere. Eppure allo stesso tempo si rifiuta di accettare una presenza palestinese o internazionale sul confine stesso". La richiesta di una presenza israeliana a tempo indeterminato in quella zona, ha concluso Shaath, ha come obiettivo il sabotaggio dei negoziati.(ANSAmed).