(ANSAmed) - TEL AVIV - A Kafr Kadum (Cisgiordania) - dove oggi è stato ferito un attivista italiano, e gravemente anche un diciottenne palestinese colpito al petto - l'esercito israeliano ha aperto il fuoco solo dopo aver tentato di disperdere un centinaio di dimostranti violenti con altri mezzi. Lo ha riferito all'ANSA un portavoce dell'esercito a Tel Aviv.
Gli incidenti - ha precisato il portavoce - sono iniziati con lanci di pietre e pneumatici in fiamme verso i militari israeliani. In una fase successiva dimostranti col volto coperto hanno anche scagliato pietre più consistenti mediante grandi fionde (in ebraico: Kela David). A questo punto i militari, secondo la loro versione, sono stati autorizzati ad indirizzare con fucili Ruger alcuni proiettili calibro 22 (di gomma rivestita di metallo) verso quelli che apparivano essere gli agitatori principali degli incidenti.
'Trovo incredibile che un soldato abbia preso la mira e mi abbia sparato nel petto'', ha detto all'ANSA l'attivista italiano rimasto ferito. L'uomo e' ricoverato in ospedale a Ramallah - dove e' stato portato da Nablus. I medici hanno spiegato che il proiettile è entrato nel petto rompendo lo sterno e due costole e al momento non è ancora stato rimosso, anche se il paziente é "fuori pericolo".
Sono arrivato in Palestina per la raccolta delle olive", ha poi aggiunto l'attivista, raccontando che questa mattina si è recato alla manifestazione con un gruppo di agricoltori coi quali stava lavorando. "Non sono - ha detto - un militante, un duro e puro. Alla manifestazione, come altri attivisti, indossavo una pettorina gialla per differenziarmi dagli altri manifestanti". Per questo ha aggiunto di trovare "incredibile" che sia stato preso di mira.
"Patrick Corsi non è il mio vero nome - ha poi precisato -, bensì una generalità inventata per evitare problemi con le autorità israeliane qualora volessi tornare in Palestina". Ma ha confermato di appartenere all'International Solidarity Movement e di essere lombardo. (ANSAmed).