Fautori dell'iniziativa: l'ambasciata italiana a Tel Aviv, la comunità ebraica italiana di Gerusalemme e Rai Cinema (che è anche co-produttore del film).
Il documentario mostra il viaggio compiuto da Israel Moscati, che del film è anche il protagonista in quanto 'figlio della Shoah', alla ricerca di altri figli e nipoti di sopravvissuti, per condividere con loro la propria sofferenza. Roma, Parigi e Israele sono le tappe in cui incontra uomini e donne che, come lui, hanno convissuto per tutta la vita con il trauma e il silenzio dei propri genitori. "Il dramma della Shoah - sottolinea il regista Beppe Tufarulo - ha lasciato un'impronta indelebile non solo sui sopravvissuti ai campi di sterminio, ma anche sulle generazioni successive. Il senso di colpa dei superstiti ha reso molto difficile per loro vivere una vita normale a guerra finita e, di conseguenza, ha reso complicata la costruzione di successivi legami familiari". Il film si apre e si chiude nella scuola elementare ebraica di Roma, da cui furono deportati 115 bambini ebrei (tra questi, anche quattro zii di Moscati). Nessuno di loro ha mai fatto ritorno. (ANSAmed)