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Cinema:torna a Roma Pitigliani,sguardo su società israeliana

Dal 21-26/11, il meglio della filmografia e tanti temi scomodi

17 novembre, 16:07

(ANSAmed) - ROMA, 17 NOV - Una finestra sulla società israeliana e le sue molteplici sfaccettature, comprese le sue contraddizioni, uno sguardo attento ai temi più controversi - dall'omofobia all'eutanasia, dalle discriminazioni di genere all'ortodossia - e una voglia: quella di parlare meno di politica e del conflitto arabo-israeliano. E' forse questa la cifra della decima edizione del Pitigliani Kolno'a Festival di Roma, la rassegna dedicata alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico, che aprirà i battenti il 21 novembre prossimo. A ospitare la manifestazione diretta da Ariela Piattelli e Dan Muggia, saranno la Casa del Cinema e il Centro Ebraico Italiano. Le sezioni, come ha ricordato questa mattina la condirettrice del festival nel corso della conferenza stampa di presentazione, sono quelle di sempre, dal Panorama sul nuovo cinema israeliano ai Percorsi ebraici. Due invece le novità: 'Ombre Indelebili', finestra dedicata alle opere sulle seconde e terze generazioni di ebrei dopo la Shoah e la mini-rassegna che propone il meglio delle precedenti edizioni, per celebrare i 10 anni del festival.

Quest'anno il Pitigliani mostra la voglia di far conoscere la società israeliana e mostrare ''il volto quotidiano e i suoi problemi'' più che scegliere di parlare ''di politica'', ha sottolineato l'addetto culturale dell'ambasciata israeliana in Italia, Eldad Golan, che ricorda come siano sempre meno le pellicole prodotte che parlino di conflitto arabo-israeliano. E gli occhi con cui il festival sceglie di raccontare il Paese mediorientale sono quelli del linguaggio della commedia, prosegue Piattelli, come fa Talya Lavie nel suo Zero Motivation che aprirà sabato sera o della tragedia, come fa la commedia amara The Farewell Party, firmata da Sharon Maymon e Tal Granit, e ambientata in una casa di riposo di Gerusalemme, che affronta il duro tema dell'eutanasia. ''Sarà comunque un festival in cui si ride'', assicura la condirettrice artistica, ''in un momento in cui la voglia di ridere è molto poca'', facendo un riferimento agli attacchi di Parigi di venerdì notte. Tra i lungometraggi proposti per il panorama sul nuovo cinema israeliano The kindergarten teacher, seconda pellicola firmata dal regista Nadav Lapid che sarà ospite della kermesse, o ancora, il documentario che ''affronta il tema della migrazione in Israele, Hotline di Silvina Landsmann''. Infine, Kicking Out Shoshana di Shay Kanot, commedia brillante, campione d'incassi in Israele, che affronta con coraggio e ironia il pregiudizio omofobo così diffuso nel mondo del calcio. La sezione Percorsi Ebraici presenta, fra gli altri, Sacred Sperm, documentario diretto dal regista e ebreo ortodosso Ori Gruder, che si interroga su come spiegare al proprio figlio il divieto nella religione ebraica di disperdere il seme. Ospite del festival, lunedì 23 novembre, Gruder sarà protagonista dell'incontro dal titolo ''Lo schermo e la fede''. Un titolo su tutti per la sezione 'Ombre Indelebili' (che racconta dell'effetto della Shoah sulle seconde e terze generazioni, ovvero sui figli e nipoti di sopravvissuti): Numbered di Uriel Sinai e Dana Doron. Infine, spazio anche all'Italia con il documentario I figli della Shoah, diretto da Beppe Tufarulo e scritto da Israel Moscati.

Il sipario calerà sul festival giovedì 26 novembre con la proiezione di due cortometraggi di giovani registi italiani, Family Picture di Daniele Di Nepi e Felice nel box di Ghila Valabrega. (ANSAmed).

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