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Cinema: 'Sacred Sperm' avvicina ebrei ultraortodossi a laici

A Pitigliani Kolno'a Fest il mondo chassidico 'si mette a nudo'

23 novembre, 17:32

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA, 23 NOV - Creare un ''ponte tra la comunità chassidica e la società laica di Israele, ''facendosi conoscere meglio'' e provando a attenuare ''l'odio che esiste nei confronti degli ebrei ultra ortodossi''. A provarci con il suo documentario Sacred Sperm (2014, Sperma Sacro) è Ori Gruder, regista ebreo ortodosso, che questa sera, ospite del Pitigliani Kolno'a Festival - rassegna dedicata alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico (fino al 26 novembre) - presenta alla Casa del Cinema di Roma la sua pellicola. Il tema - il divieto di disperdere il seme, ossia di masturbarsi - ''è di quelli considerati tabù nel mondo chassidico'', come lui stesso racconta all'ANSA. ''Ma era esattamente quello che mi era stato richiesto dal network per il quale lavoro, Canale 8: realizzare un documentario per la Tv israeliana che racconti da vicino come viene vissuto all'interno del mondo ortodosso questo divieto, in che modo i membri della comunità vengono aiutati a rispettare tale precetto sin da piccoli'' (quando viene insegnato loro a urinare senza nemmeno toccarsi il pene). Dopo avere chiesto il permesso al suo rabbino e ottenuto 'la benedizione' da parte della moglie, Gruder inizia a filmare, intervistando religiosi, esperti, amici e giovani, ''scegliendo di affrontare l'argomento come se lo dovessi spiegare a mio figlio di 10 anni''. Si tratta, rimarca, del primo lavoro a entrare così a fondo nella vita degli ebrei ortodossi. Barba lunga, quasi del tutto bianca, giacca lunga rigorosamente nera come il cappello a larghe tese che indossa quando arriva al suo appuntamento, alle spalle Gruder ha una vita ''da laico'', molto dissoluta per i suoi canoni attuali.

''A 30 anni ho scelto di abbandonare la vita secolare per entrare a far parte della comunità Haredim''. Il tutto accade proprio mentre viene inviato a girare alcune immagini durante l'annuale pellegrinaggio a Uman, in Ucraina, alla tomba del famoso rabbino Nachman di Breslov. ''Guardavo tutti quei fedeli, qualcosa è cambiato in me. Così diversi fra loro, erano parte della stessa comunità'', spiega. ''Volevo farne parte anche io''. Nella ''mia vita sono sempre stato uno border-line''. Vita sregolata a Tel Aviv, rapporti affettivi instabili, genitori non religiosi. Oggi di anni ne ha 44 e la sua arte, quella di fare film, l'ha messa al servizio della comunità ultraortodossa. ''La mia missione è quella di fare conoscere il mondo chassidico al resto di Israele - e non soltanto - e aprire anche le comunità ultra ortodosse al mondo esterno''. Le reazioni a Sacred Sperm - proposto in diversi festival ebraici - sono state di due tipi. Da un lato, ''molti secolari mi hanno detto di avere capito meglio il nostro mondo'''. Anche ''la reazione delle comunità ultra ortodosse mi ha sorpreso molto. Hanno accettato il documentario molto meglio di quanto io stesso non mi aspettassi facessero''. Lui stesso sa' di essere visto come un outsider dalla comunità Haredim a cui ha aderito. ''Continuo a vivere una guerra interiore, portando con me il seme dei due mondi: quello secolare, della vita frenetica e dissoluta e quello che ormai ho scelto 14 anni fa'', ammette. I suoi sei figli ha voluto allevarli secondo la visione chassidica, scegliendo di non rivelare loro il suo combattimento interiore. Il suo prossimo lavoro, ''Happy Purim'' sarà presentato a dicembre al festival di Gerusalemme. Si tratta di un documentario che racconta il modo in cui festeggiano il Purim gli ultra ortodossi. ''Dopo Sperma Sacro dovevo riscattarmi - scherza - con la mia comunità e far vedere anche il loro modo di divertirsi e vivere questa festività''. Girato a Gerusalemme, per realizzarlo Gruder impiega due anni. (ANSAmed).

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