Secondo fonti militari, il provvedimento è stato dettato da impellenti motivi di sicurezza. Informazioni di intelligence, è stato aggiunto, indicano l'imminenza di un possibile attentato la cui origine sarebbe appunto a Ramallah. "Un provvedimento dunque molto limitato nel tempo", ha previsto la radio militare.
Ma nella Muqata di Ramallah, il quartier generale dell'Anp, l'ottica è molto diversa. Jamal Dajani, direttore delle comunicazioni del premier Rami Hamdallah, ha denunciato una "punizione collettiva" decretata da Israele che ha arbitrariamente limitato la libertà di spostamenti a decine di migliaia di persone.
Questi sviluppi giungono all'indomani (e ancora non è chiaro se esista un preciso rapporto causa-effetto) di un attentato condotto da un membro degli apparati di sicurezza dell'Anp, Amjad Sukkari, ad un posto di transito fra Ramallah e Gerusalemme. Ieri Sukkari si è presentato in divisa al valico, ha esploso da distanza ravvicinata alcuni colpi di pistola verso i militari (due feriti in modo grave, un terzo in modo leggero) ed è stato subito abbattuto dal fuoco di reazione dei loro compagni.
Oggi a Nablus (Cisgiordania) i funerali si sono svolti in forma solenne, alla presenza di dignitari dell'Anp, fra cui il governatore di Nablus Akram Rajub. Il gesto di Sukkari è stato apertamente elogiato da Hamas e dalla Jihad islamica, mentre l'Anp non ha espresso giudizi. Ma fra le migliaia di persone che seguivano il suo feretro si vedevano non pochi sostenitori di al-Fatah che ostentavano le loro bandiere.
Non a caso la repentina chiusura di Ramallah è stata vista da alcuni analisti come un'implicita pressione di Israele su Abu Mazen affinché impedisca che altri membri degli apparati di sicurezza dell'Anp rivolgano le proprie armi contro israeliani.
Ma nel frattempo il senso chiusura in gabbia ha esasperato gruppi di giovani palestinesi: in serata alla periferia della città sono stati segnalati incidenti fra dimostranti e reparti dell'esercito. (ANSAmed).