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Mo: Comune di Gerusalemme annulla voto su nuove case

Ministro Israele, patetito annuncio discorso Kerry a fine mandato

28 dicembre, 20:32

Costruzioni per nuovi insediamenti a Gerusalemme est Costruzioni per nuovi insediamenti a Gerusalemme est

 TEL AVIV - Il Comune di Gerusalemme ha cancellato il previsto voto di approvazione per oggi di circa 618 nuove case nella parte est della città, quella a prevalenza araba. Lo ha detto la Radio Militare. Secondo una componente del Comitato edilizio Hanan Rubin, citata dai media, la richiesta di annullamento sarebbe arrivata dall'ufficio del premier Benyamin Netanyahu che però non ha commentato.

Secondo Rubin la decisione è stata presa anche per non aggravare le relazioni con gli Usa prima del discorso di John Kerry sul conflitto in Medio Oriente.

Mo: ministro Israele, patetico annunciato discorso Kerry. Erdan, piano pace ora quando non ha fatto nulla in suo incarico

 Il ministro della sicurezza pubblica di Israele Gilad Erdan ha definito "patetico" il fatto che il segretario di stato John Kerry si appresti a delineare la posizione Usa sul conflitto in Medio Oriente. "Un piano di pace all'ultimo minuto - ha spiegato Erdan citato dai media - quando non è riuscito a cambiare nulla per l'intero periodo in cui è stato in carica".

Per Erdan l'imminente discorso di Kerry sui "giusti parametri prima della fine del suo incarico assicurerà il rifiuto dei palestinesi ad ogni sorta di negoziato nei prossimi anni e spingerà via le possibilità di far avanzare la pace".

 

Rivlin, Gerusalemme capitale Israele. Da Onu schiaffo a pace. Dopo Risoluzione contro colonie Israele limita scambi diplomatici

TEL AVIV - "Gerusalemme unita è l'eterna capitale di Israele e tale rimarrà. Non c'e' organismo internazionale che abbia il potere di revocare questo". Lo ha detto il presidente israeliano Reuven Rivlin, che ha incontrato i leader delle comunità cristiane in Israele in occasione degli auguri per il nuovo anno.

Rivlin ha poi sottolineato che "lo stato di Israele è profondamente impegnato nell'assicurare i diritti religiosi di tutte le fedi presenti a Gerusalemme e nello stato ebraico". "La decisione di portare Israele al Consiglio di sicurezza dell'Onu - ha aggiunto - è sbagliata nel cercare di imporre precondizioni, ma anche nella maniera in cui è stata fatta. Il maggior compito della comunità internazionale è quello di aiutarci a risolvere il conflitto, creare fiducia tra le due parti. Il voto in Consiglio di sicurezza è stato uno schiaffo alla pace, alla verità". (ANSAmed).

Israele, scambi diplomatici limitati con Paesi che hanno votato Risoluzione Onu contro colonie

Le attività diplomatiche di Israele con quei paesi che si sono espressi a favore della Risoluzione Onu contro le colonie ebraiche sono, per il momento, "temporaneamente limitate" e non "sospese". Lo ha spiegato il ministero degli affari esteri israeliano facendo il punto sulle contromisure decise dal premier Benyamin Netanyahu - che ha l'interim degli esteri - dopo il voto in Consiglio di sicurezza. Così come è stato deciso il richiamo degli ambasciatori israeliani in Senegal e Nuova Zelanda e la limitazione dei "contatti di lavoro" con le ambasciate dei 10 paesi del fronte del sì presenti in Israele. Limitati anche i viaggi ufficiali da Israele in quei paesi ma non - ha spiegato il portavoce del ministero Emmanuel Nahshon - quelli di queste nazioni in Israele almeno "fino ad altra decisione". 

Netanyahu pensa a blocco aiuti Angola per voto Onu. Abu Mazen spera in stop colonie da Conferenza Parigi

Il primo ministro Benyamin Netanyahu sta pensando di tagliare gli aiuti di Israele per lo sviluppo dell'Angola, uno dei paesi che ha votato a favore della Risoluzione dell'Onu contro gli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Secondo i media, i diplomatici del paese africano - l'ambasciatore in Israele è stato convocato a Gerusalemme dal primo ministro - avevano promesso ad Israele che si sarebbero opposti alla Risoluzione ma poi hanno deciso il contrario. Intanto da Ramallah il presidente palestinese Abu Mazen - citato dai media locali - ha detto di sperare che dalla Conferenza internazionale di Parigi del prossimo 15 gennaio, promossa dalla Francia, si arrivi ad uno stop effettivo delle costruzioni israeliane in Cisgiordania.

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