Dall'altra, per i palestinesi, si tratta di "mettere fine all'istigazione e alla violenza" verso lo Stato ebraico.
Una prima risposta è arrivata da Gerusalemme, dove il premier Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione di governo in vista dell'arrivo del capo della Casa Bianca. Con Trump "parlerò di pace", ha detto, aggiungendo di voler discutere "le maniere per rafforzare ancora di più la nostra alleanza e i nostri legami di sicurezza. Ma anche i modi per far avanzare la pace". La replica di Abu Mazen arriverà domani, quando incontrerà il presidente Usa a Betlemme in Cisgiordania, ma già ieri a Riad, dove era presente tra gli altri leader arabi al discorso di Trump, ha ascoltato in diretta la posizione americana sulla necessità di riavviare i negoziati e la conferma della scomunica come organizzazione terroristica di Hamas (che l'ha respinta).
Delle misure economiche in favore dei palestinesi il governo di Israele ha parlato ieri. Sul tavolo ci sono l'apertura continua del valico di Allenby, tra Cisgiordania e Giordania, in modo da consentire un più facile transito, il miglioramento dei passaggi della Cisgiordania al fine di facilitare i lavoratori palestinesi e lo sviluppo delle aree industriali a Tarkumia, nei pressi di Hebron, e a Jalma, vicino Jenin. Inoltre, sono previste azioni per facilitare le condizioni dei commercianti di Gaza. Ora, in mancanza di un incontro a tre che invece sembrava possibile nelle scorse settimane, starà a Trump far passare le parti dalle parole ai fatti. Intanto Israele si appresta a ricevere il presidente Usa con ferree misure di sicurezza che hanno blindato tutta Gerusalemme. Trump, in arrivo dall'Arabia Saudita, sarà accolto nel primo pomeriggio all'aeroporto Ben Gurion da Benyamin Netanyahu e dagli altri ministri. Da lì, secondo un programma che cambia in continuazione, Trump andrà in elicottero a Gerusalemme per vedere il presidente Reuven Rivlin.
Nel pomeriggio alle 18 primo incontro con Netanyahu, quindi cena di gala alla residenza del primo ministro.(ANSAmed).