In base agli Accordi di pace di Oslo e successive intese, Israele raccoglie a nome dell'Anp le tasse palestinesi sia in Cisgiordania sia a Gaza. Somme che poi invia all'Autorità stessa: ogni mese - hanno ricordato i media - si parla di una cifra pari a 222 milioni di dollari (circa 198 milioni di euro), comprensiva delle deduzioni per elettricità, acqua, servizi di assistenza medica ed altro fornite da Israele.
Domenica scorsa, il governo israeliano ha deciso di applicare una legge votata alla Knesset la scorsa estate, e mai attuata prima, che congela e trattiene dalle somme delle tasse l'importo destinato dall'Anp al mantenimento dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane e alle famiglie dei "martiri", ovvero coloro che sono stati uccisi nel corso di attacchi a israeliani.
Per l'intero 2018 Israele ha calcolato, in base al budget palestinese, 138 milioni di dollari (123 milioni di euro) e questi sono stati congelati. Il motivo della scelta - ha spiegato il governo - è che quelle somme sono considerate un incentivo ai responsabili degli attacchi terroristici. A spingere verso l'applicazione della legge è stato anche il recente brutale omicidio da parte di un palestinese di Hebron di una ragazza israeliana a Gerusalemme.
La decisione del governo di Netanyahu è stata duramente condannata subito dai palestinesi che hanno parlato di "un atto di pirateria inaccettabile di nostri soldi". Oggi da Abu Mazen l'atto finale: il rifiuto dell'intera somma delle tasse raccolte da Israele. Una scelta che appare destinata a gravare ancora di più sul bilancio statale già falcidiato dalla riduzione degli aiuti Usa. (ANSAmed).