"La complementarietà economica" tra Israele e Italia - ha aggiunto - "aiuta questa evoluzione. Da un lato le nostre grandi e medie aziende possono trovare qui un ambiente favorevole e dinamico per realizzare progetti di ricerca e innovazione anche con incentivi del governo israeliano". "Dall'altro lato - ha insistito - il nostro sistema manifatturiero soprattutto nei settori dove siamo tradizionalmente più forti è il naturale punto di attracco delle aziende israeliane che intendono crescere, industrializzare il proprio prodotto ed entrare nel mercato globale".
"I presupposti per raggiungere questo obiettivo - ha detto ancora - ci sono tutti, grazie alla solida amicizia tra i nostri paesi, la vicinanza geografica, all'ottimo stato delle relazioni politiche, a rapporti culturali che affondano le radici nelle nostre stesse società, al dinamismo dei flussi sociali e turistici, ad una forte domanda di Italia e di Made in Italy e soprattutto all'articolata collaborazione didattico-scientifica basata sull'accordo bilaterale del 2000".
Benedetti ha sottolineato che "con più di 6mila start up, il 4,3% del Pil investito in ricerca e sviluppo e tra 6 e 10 miliardi di dollari all'anno investiti da privati in star up innovative negli ultimi anni", Israele continua "ad essere un paese di attrazione per centinaia di aziende multinazionali straniere interessate alla ricerca e all'innovazione".(ANSAmed).