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In Parlamento dramma donna libica, racconta stupri e sevizie

Boldrini,verita' sola via per riconciliazione in paesi conflitto

02 luglio, 17:41

(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ROMA, 2 LUG - Il volto e il corpo coperti dal niqab, l'abito tradizionale islamico che lascia solo gli occhi scoperti, portato solo per mantenere l'anonimato, garantito anche dalle luci soffuse e dalle telecamere spente. Poi il racconto con voce tremante di giorni di stupri, sevizie, scosse elettriche che le hanno fatto prima perdere il bimbo che aspettava, poi l'hanno resa sterile.

Il drammatico racconto e' avvenuto stamane alla Camera dei Deputati, nel corso del convegno La verita' necessaria - I processi di riconciliazione delle primavere arabe, che ha affrontato il tema dello stupro come arma da guerra e ancora praticata nei paesi post-conflitto, anche in quelli della ormai incerta Primavera araba. La donna ha spiegato che l'arresto e' avvenuto dopo che lei ed alcune amiche erano state riprese da Al Jazeera mentre invitavano le altre studentesse a scendere in piazza contro Gheddafi. Poche ore dopo, iniziava l'incubo. ''Mi hanno arrestata, e tenuta nuda per tutto il tempo. Gli stupri erano continui, poi le scariche elettriche. Chiedevo che chiudessero la porta almeno quando dormivo. Le mie amiche, non le ho piu' viste. E la mia famiglia che mi dice, se non ti fossi messa a fare i proclami oggi non ti sarebbe successo nulla'', racconta.

Alla fine del terribile racconto, il lungo abbraccio della presidente della Camera Laura Boldrini, che aprendo il convegno aveva sottolineato che la pace e la riconciliazione dei popoli dilaniati dalle guerre passano per la verita', particolarmente sulla drammatica questione delle violenze sessuali come strumento bellico odiosamente diffuso o nelle situazioni post-conflitto contro donne, ma anche bambini ed uomini. I cui responsabili devono essere assicurati alla giustizia, per fare uscire le vittime dal buio e dalla vergogna a cui le condannano le loro stesse comunita'.

''Ricordare e' un esercizio molto doloroso - ha affermato Boldrini - Non tutte le vittime ce la fanno.... Ma i racconti possono contribuire a incamminarsi verso il futuro, per gli individui ma anche per le comunita' e le societa'. Solo raccontando la verita', possono tornare pace e riconciliazione''. Boldrini ha ricordato la proposta in discussione in Libia per equiparare le vittime di violenze sessuali durante la guerra e durante il regime di Gheddafi alle vittime di guerra, con diritto a compensazioni ed assistenza. Il vicepresidente del Congresso nazionale libico, Juma Ahmad Atiga, ha annunciato che questa legge considerata fondamentale per il nuovo corso libico e' in dirittura d'arrivo. Al convegno, organizzato in collaborazione con la Ara Pacis Intiative e l' Observatory for gender in crisis, la prima drammatica testimonianza e' stata quella di un padre che ha portato via il figlio da una prigione libica dove e' stato ferocemente torturato. ''A mio figlio sono state tagliate due dita, non cammina piu' bene, sta malissimo'', ha spiegato 'Hussein', sempre con le telecamere che non lo mostravano, raccontando di decine di stanze della tortura nei carceri del regime, dove suo figlio era appeso, completamente nudo alla merce' degli aguzzini.

Le conclusioni sono state affidate al viceministro degli Esteri Marta Dassu', per la quale il ruolo e la sicurezza delle donne nei paesi arabi in fase di trasformazione e' decisivo per il futuro di questi paesi e per valutare il loro livello di maturita' democratica. ''Oggi qui e' stato rotto il silenzio - ha affermato Dassu'- grazie alle testimonianze delle violenze fatte in questa sala.

E' fondamentale la verita' perche' senza di essa non ci sono ne' giustizia ne' riconciliazione''.(ANSAmed).

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