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Mostre: La Gloria dei vinti da Atene a Pergamo a Roma

Da domani a Palazzo Altemps riunite le opere scoperte nel 1514

17 aprile, 17:42

(di Nicoletta Castagni).

(ANSAmed) - ROMA, 17 APR - E' una piccola mostra preziosa quella che riunisce da domani al 7 settembre a Palazzo Altemps i marmi antichi rinvenuti a Roma esattamente cinque secoli fa e oggi dispersi nelle maggiori collezioni internazionali. Per la prima volta dal 1514 tornano dunque insieme le sculture che costituivano il Piccolo Donario Pergameno, una celebrazione del coraggio e della dignità dei popoli vinti e della potenza dei vincitori, valori del passato che proprio nella sede museale romana trova la massima esaltazione con il gruppo marmoreo del 'Galata suicida', già appartenuto alla collezione Ludovisi.

Presentata oggi alla stampa, 'La Gloria dei vinti. Pergamo, Atene, Roma' è stata curata da Filippo Coarelli, lo studioso che da tempo sta offrendo nuove interpretazioni dei complessi scultorei, rileggendo dati materiali e testimonianze storiche ed epigrafiche per precisare la ricostruzione delle statue e dei gruppi. Per quanto riguarda le sculture del Piccolo Donario, rappresentanti guerrieri feriti o morenti raffigurati a due terzi del vero, in un primo tempo ne furono trovati cinque, e, identificati come Orazi e Curiazi, trovarono posto a Palazzo Medici (oggi Madama, sede del Senato). Pochi mesi più tardi furono rinvenute le altre sculture, presto suddivise tra le maggiori collezioni del tempo: la Farnese (e oggi i reperti si trovano all'Archeologico di Napoli), quella dei Musei Vaticani, il Louvre e il Museo Granet di Aix-en-Provence. La stessa origine hanno certamente anche i tre esemplari al Museo Archeologico di Venezia.

Si tratta di opere di grande rilevanza, ha detto il curatore, che acquistano maggior significato dopo le recenti scoperte avvenuta sull'Acropoli. Si tratta di alcuni elementi delle basi originarie del Piccolo Donario che confermano precedenti testimonianze documentarie. Una di queste basi è appunto allestita in mostra, sormontata da un calco in gesso dell'esemplare conservato al Museo Granet di Aix-en-Provence, così da illustrare la posizione originaria della statua. Il complesso ateniese era più ricco di quello rinvenuto a Roma e, ha proseguito Coarelli, nella sua edificazione è da attribuire ad Attalo I (databile quindi nel 200 a.C) allo scopo di celebrare la vittoria sul popolo dei Galati. Non a caso la riproposizione del complesso scultoreo come doveva essere sull'Acropoli è stata allestita nella sala del 'Galata suicida', copia del I secolo a.C. di una parte del gruppo monumentale denominato Grande Donario per la sua monumentalità. Il re del popolo galata che si trafigge con la spada dopo aver tolto la vita a una sua sposa per sottrarla al giogo nemico probabilmente era affiancato, sostiene lo studioso, dal celeberrimo Galata morente dei Musei Capitolini, come dimostrerebbero alcuni dettagli della base della statua, descrizioni coeve e ritrovamenti nel tempio di Atena a Pergamo.

Quello che comunque oggi trasmette al visitatore è l'aspetto eroico di questa morte. ''Esaltando il coraggio del nemico - dice il curatore - emerge ancor di più la virtù del re, capace di sconfiggere un tale avversario''. (ANSAmed).

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