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Cinema: i Cie, un 'limbo' che divide anche le famiglie

Storie di attesa e paura in documentario di Calore e Hofer

27 novembre, 19:49

La locandina del documentario 'Limbo' di Matteo Valore e Gustav Hofer (dalla pagina facebook del film) La locandina del documentario 'Limbo' di Matteo Valore e Gustav Hofer (dalla pagina facebook del film)

(di Francesca Bellino)

(ANSAMED) - ROMA - La vita nei Cie, i Centri di Identificazione ed Espulsione per gli immigrati, e' un limbo, non solo per chi ci viene "recluso" perche' irregolare, ma anche per i familiari. E' questo il cuore della narrazione del documentario di Matteo Calore e Gustav Hofer, dal titolo "Limbo", presentato  in Sala delle Colonne della Camera dei Deputati a Roma.

Il punto di vista scelto dai due autori e' quello dei parenti degli immigrati, spesso residenti in Italia gia' da molti anni che, in scadenza del permesso di soggiorno, diventano irregolari e, in seguito a controlli di routine, vengono separati improvvisamente da figli, mariti, fratelli, portati nei Cie e mandati via dall'Italia. "Limbo" racconta le storie di Alejandro, Bouchaib, Karim, Peter. Sono storie di attesa, rabbia, speranza, paura, ma soprattutto storie condizionate dei limiti della legge italiana in tema di migrazione. "Siamo felici di parlare oggi di questo tema, dopo essere riusciti a istituire la Commissione di inchiesta parlamentare che ci dara' la possibilita' di fare un giro per l'Italia e capire come funziona, e come non funziona, il sistema dell'accoglienza nel nostro Paese", ha detto Khalid Chaouki, deputato PD, aprendo l'incontro alla presenza dei registi.

A Chaouki ha fatto eco il messaggio della Presidente della Camera, Laura Boldrini, letto dal deputato Florian Kronbichler (Sel): "Comunico il mio apprezzamento agli autori dell'opera.

Conosco le storie e i drammi che sono al centro di "Limbo", ma in questa legislatura esiste una sensibilita' nuova sul tema della migrazione che ci ha portato la scorsa settimana ad approvare la Commissione che si occupera' di capire come funzionano Cie e Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo)". "Abbiamo cominciato a lavorare a questo documentario due anni fa - hanno spiegato gli autori - e le difficolta' sono state tante, a cominciare dall'accesso ai centri fino a convincere immigrati e parenti a raccontarsi. Quello che viene fuori da queste storie, oltre alla condizione inumana e inaccettabile in cui i reclusi sono costretti a vivere, senza materassi, coperte, acqua calda, e' che la loro "detenzione", ed eventuale espulsione, ha gravi ripercussioni anche sulle loro famiglie, che spesso vivono con un unico reddito, quello del recluso". "Sono dunque i familiari - hanno proseguito gli autori - a scontare le pene della confusione che esiste a livello politico e legislativo. Quasi mai ci sono famiglie regolari o irregolari, ma nella stessa famiglia vivono componenti regolari e altri irregolari, a periodi alterni". L'auspicio è dunque, hanno concluso, che "si riesca presto a cambiare la legislazione".

Il documento, il cui soggetto e' firmato dal regista Andrea Segre, anche produttore del film con ZaLab, sara' distribuito nel mese di marzo a partire dalle citta' in cui sono presenti i Cie: Roma, Torino, Bari, Caltanissetta e Trapani. (ANSAmed)

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