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Gentiloni a Rabat, terroristi non ci intimideranno

Appello ai paesi arabi moderati, isolate posizioni estremiste

27 gennaio, 19:38

(dell'inviata Benedetta Guerrera) (ANSAmed) - RABAT, 27 GEN - L'Europa non si farà intimidire dal terrorismo e con l'aiuto dei paesi arabi moderati continuerà la sua battaglia - militare, politica e culturale - contro la logica del sangue e della violenza. Lo dice forte e chiaro il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in visita a Rabat, proprio nel giorno in cui dall'estero arriva la notizia di un altro sanguinoso attentato rivendicato dai jihadisti dell'Isis a Tripoli e mentre sul fronte interno il governo sta preparando un pacchetto di misure contro il rischio di ritorno dei foreign fighters. E lo dice dalla capitale di un paese, il Marocco, che è riuscito a evolversi grazie ad un processo di riforme e a diventare un "pilastro di stabilità" in un'area in forte crisi. Nei suoi colloqui con il ministro degli Esteri marocchino Salahaddine Mezour, il capo della diplomazia ha espresso grande preoccupazione per la situazione in Libia ribadendo la necessità di sostenere l'iniziativa dell'Onu per una riconciliazione delle parti in conflitto. Una mediazione che attentati come quello di oggi al Corinthia "vogliono boicottare". E' per questo, è stato l'appello di Gentiloni a Rabat, che oggi più che mai l'Europa ha bisogno di paesi come il Marocco. Paesi arabi moderati che isolino posizioni estremiste e combattano il terrorismo anche sul piano politico, un concetto di cui il titolare della Farnesina ha discusso oggi in un lungo colloquio con il presidente della Camera dei Consiglieri Mohamed Cheikh Biadillah.

Ma c'è un altro grande tema al centro dei rapporti tra Italia e Marocco e che, spesso, nel dibattito politico viene strumentalmente associato a quello del terrorismo: l'immigrazione. "Immaginare che i terroristi arrivino sui barconi che approdano sulle nostre coste non solo non è confermato da notizie ma rischia di essere anche un messaggio politicamente sbagliato", ha ribadito Gentiloni sottolineando quanto la comunità marocchina in Italia, la prima extra-Ue in termini numerici, sia nel tempo riuscita a integrarsi nella vita economica e politica dell'Italia. Diverso è il fenomeno dei foreign fighters sul quale l'attenzione del governo è "molto alta".(ANSAmed).

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