(ANSAmed) - HEBRON - La cooperazione tra Italia e Palestina nel campo dell'innovazione, nello sviluppo del settore privato, nella protezione dell'ambiente e nei rapporti tra universita'. Questo - con un occhio rivolto ad Expo 2015 a cui partecipera' anche la Palestina - l'obiettivo dell''Italy Day' organizzato oggi al Politecnico di Hebron dal Consolato generale italiano a Gerusalemme e al quale hanno partecipato anche il sindaco di Genova Marco Doria e rappresentanti dei comuni di Milano e Torino. Un rapporto gia' stretto (60 interventi in 10 anni), come dimostra la realizzazione, attraverso il Programma di cooperazione decentrata Ali della Colomba, gestito dal Maeci con gli enti locali italiani, del progetto bandiera del 'Technopark', un parco tecnologico per fornire servizi moderni alle industrie della città e servire da incubatore di Start-up, accoppiato ad un sistema di trattamento delle acque e di energie rinnovabili, in cui sono coinvolti tutte e tre i comuni italiani. E che proseguira' a breve - come ha ricordato il console generale Davide La Cecilia - con la costruzione di due importanti strutture sanitarie a Dura e Hahlul nel circondario di Hebron, da parte della Cooperazione Italiana. Nella citta' palestinese al Politecnico l'Italia, insieme all'Unido (l'organizzazione per lo sviluppo industriale dell'Onu), ha creato un luogo di eccellenza in Palestina, il 'Centro per la Pietra e il Marmo'. ''Una collaborazione - ha spiegato il diplomatico - animata dai tradizionali sentimenti di amicizia, trasparenza e sincerita' tra il popolo palestinese e quello italiano''. Sul piano piu' generale La Cecilia - che ha accennato anche alla difficile situazione a Gaza - ha ricordato che la ''comunita' internazionale ha piena conoscenza che le istituzioni palestinesi, al cui consolidamento stiamo lavorando, sono ben posizionate per lo stabilimento di uno Stato''. Da parte sua il sindaco Doria ha osservato che: ''ora e' necessario riconoscere lo stato palestinese come spinta per il processo di pace''. ''La mia presenza qui - ha aggiunto dopo aver evidenziato l'importanza del Centro per la gestione delle acque di Hebron - vuole indicare l'attenzione dell'Italia e delle sue persone per i problemi e i diritti del popolo palestinese''. Del resto la presenza italiana nella citta' palestinese - oltre a quella, rilevante, dei Carabinieri che fanno parte della 'Temporary international presence in Hebron' (Tphi), forza disarmata di controllo della situazione tra palestinesi e israeliani - ultimamente si e' arricchita anche di un aspetto sportivo: il tecnico Stefano Cusin, anch'egli presente all'evento, e' diventato allenatore della squadra di calcio di Hebron che si chiama 'Ali al Halil'. (ANSAmed).