Yousef è uno di questi migranti che ha scelto la rotta dei Balcani, porta d'accesso all'Europa per decine di migliaia di persone, un numero sempre crescente di perosne che viaggiano a piedi seguendo le linee ferroviarie. Yousef ha camminato per 6800 km. È partito dall'Afghanistan e ha impiegato nove mesi per raggiungere l'Austria cambiando più volte scarpe e "sospendendo e riprendendo più volte il viaggio a causa della polizia che ai confini blocca i migranti, li porta in carcere o li rispedisce indietro", spiega Cataldi. "Ho fatto il viaggio in parte con Carlotta Sami, portavoce di Unhcr che ha concesso il patrocinio al documentario - sottolinea Cataldi - Mostriamo una realtà poco conosciuta, ma altrettanto drammatica della migrazione che attraversa il Mediterraneo.
Anche qui si muore: si annega nei fiumi, congelati dal gelo d'inverno, si muore travolti dai treni". Alla fine di aprile 14 persone sono state travolte da un treno vicino Gevgelija, in Macedonia, a due passi dal confine con la Grecia. Erano migranti, afgani e somali, in viaggio verso l'Europa. Chi in fuga dai talebani, chi dallo stato islamico. Ma i confini dell'Europa sono ostili. "Perché rendono tutto così difficile, sarebbe meglio se ci lasciassero passare", dice uno di loro, Yassin, che fa una richiesta precisa all'Europa: "Non siamo criminali, non siamo pericolosi lo sanno tutti, lo sa la polizia. Perché non ci lasciano passare, perché rendono tutto così difficile".
La voce narrante del dossier è affidata a Francesco Pannofino e i protagonisti sono doppiati dalle voci di attori professionisti come Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore, Maurizio Pepe, Filippo Carrozzo, Paolo Perinelli, Filippo Laganà e Andrea Pannofino. Anche il direttore del Tg2 Marcello Masi ha prestato la sua voce per doppiare un dei protagonisti del documentario.
La fotografia di Fabrizio Silani, montaggio di Andrea Castagnone, la grafica di Alessandro Cossu e la supervisione di Donato Placido.(ANSAmed).