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Islam: donne musulmane in Italia vittime di discriminazione

Il velo crea i maggiori ostacoli all'inserimento nel lavoro

04 giugno, 18:14

(ANSAmed) - ROMA, 4 GIU - Le donne musulmane sono vittime di molteplici discriminazioni per l'intersezione di più fattori: essere donne, essere immigrate, essere musulmane e l'inserimento sul lavoro è uno dei maggior svantaggi rilevati. E' quanto emerso dal rapporto dell'ENAR (European Network against Racism) sul caso italiano portato avanti nell'ambito del progetto europeo "Donne dimenticate" a cui la Casa internazionale delle donne di Roma ha dedicato oggi una giornata di approfondimento con rappresentanti di associazioni di donne, movimenti antirazzisti, Ong, ricercatrici, giuriste, giornaliste. "L'ambito lavorativo è quello in cui emergono maggiormente discriminazioni e fenomeni di islamofobia - ha sottolineato Giulia Dessì, ricercatrice responsabile del rapporto ENAR sull'Italia -. Ho intervistato faccia a faccia diverse donne musulmane, italiane e straniere, ed è l'abbigliamento, in particolare il velo, a creare i maggiori ostacoli sul lavoro. A molte donne viene chiesto di toglierlo durante l'orario lavorativo e non tutte accettano. Purtroppo poche denunciano le discriminazioni. Nell'ultimo rapporto l'UNAR, l'ufficio anti-discriminazioni razziali, sono presenti solo due denunce da parte di donne musulmane". "Ho incontrato in prima persona difficoltà di inserimento sul lavoro a causa del velo nonostante io sia nata in Italia. Finora ho avuto solo promesse non mantenute" ha raccontato Sagidah Ahmad, 26 anni, laureata in lingue e letteratura moderna, rappresentante dell'associazione delle donne musulmane d'Italia che ha sede Milano. Hanno partecipato all'incontro, tra le altre, Loretta Bondi del direttivo della Casa internazionale delle donne, la ricercatrice Renata Pepicelli, la fumettista Takoua ben Mohamed, Barbara Giovanna Bello, rappresentante dell'associazione studi giuridici sull'immigrazione Asgi e la docente
 Annamaria Rivera.

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