(di Cristiana Missori)
(ANSAmed) - ROMA, 31 LUG - L'Egitto ha innalzato i livelli di
sicurezza per proteggere il suo patrimonio culturale, ma
impedire che venga messo a repentaglio da attacchi terroristici
"non è possibile. Cerchiamo di ridurre le minacce e adeguare i
nostri sistemi di difesa contro gli attacchi sempre più
sofisticati e organizzati". A parlare in un'intervista all'ANSA
è il ministro della Cultura egiziano, Abdel Wahed Al Nabawi, che
ieri sera a Roma ha inaugurato la mostra dedicata al celebre
attore egiziano, Omar Sharif, all'Accademia d'Egitto e che oggi
e domani sarà al Forum dei ministri della Cultura dei Paesi
presenti a Expo Milano 2015.
Docente di Storia moderna all'Università di Al Azhar, Al
Nabawi siede da marzo scorso su di una delle poltrone più
scomode e insidiose dell'esecutivo. Dalla rivoluzione del 25
gennaio 2011 a oggi, infatti, è l'ottavo ministro designato. Il
suo predecessore, Gaber Asfour, era entrato in collisione
proprio con l'Università coranica in cui lui per anni ha
insegnato. Segno evidente che in Egitto, la cultura va
"maneggiata con cura". Chi ha a che fare con tradizioni, costumi
e religione e non è in grado di mediare fra le diverse anime del
Paese, viene scalzato senza troppi complimenti. Quando la
situazione si stabilizzerà, "dopo le elezioni parlamentari che
dovrebbero avere luogo tra ottobre e novembre - afferma - le
cose dovrebbero andare meglio". La cultura, allora, salverà
l'Egitto? "In un momento così difficile, la cultura è uno
strumento importantissimo per lottare contro la violenza e il
fondamentalismo".
Da ex docente universitario, il valore dell'istruzione lo
conosce assai bene. Da ministro, la sua idea è quella di
raggiungere ogni singolo villaggio del Paese, rendendo la
cultura "più democratica", diffondendola a tutti i livelli e in
tutte le sue declinazioni: teatro, opera, cinema, letteratura.
"Creare un cittadino equilibrato e colto è determinante per
eliminare la cultura della violenza, l'ignoranza e
l'analfabetismo". Altri due sogni nel cassetto li ha: "sostenere
i giovani talenti nella scrittura e nell'arte e formare
personale capace all'interno del suo dicastero".
In tema di rapporti bilaterali, dice, con l'Italia i rapporti
sono solidi e forti. "Cooperiamo in molti campi". In autunno,
dopo le elezioni, si terrà la Settimana della cultura italiana
in Egitto e quella egiziana in Italia. Una vetrina importante
per diffondere la cultura egiziana è sicuramente l'Accademia
d'Egitto di Roma. Oltre alla mostra fotografica di Omar Sharif
che rimarrà fino al 30 giugno 2016, la prossima stagione sarà
dedicata all'artista, grazie a un appuntamento mensile. "La mia
idea è quella di far conoscere al pubblico italiano non soltanto
l'Egitto faraonico, ma anche quello moderno e contemporaneo, che
va dal periodo di Mohamed Ali alla rivoluzione del 2011". In
programma a Roma, oltre a una mostra di manoscritti egiziani
legati alla costruzione del Canale di Suez, una mostra sulle
antichità copte e una di calligrafia araba. Senza dimenticare la
traduzione di grandi classici della letteratura egiziana.
(ANSAmed).