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Asse Roma-Francia-Berlino, Ue riveda le norme sull'asilo

La polizia ceca 'marchia' i migranti. Più controlli al Brennero

03 settembre, 09:53

(di Patrizia Antonini e Marco Galdi).

(ANSAmed) - BRUXELLES, 3 SET - L'asse tra Italia, Francia e Germania sulla crisi dell'immigrazione si materializza, mentre Praga sciocca l'Europa 'marchiando' i migranti con dei numeri sul braccio che evocano i peggiori fantasmi della storia europea e si intensificano i controlli al Brennero su richiesta delle autorità tedesche.

Paolo Gentiloni, Laurent Fabius e Frank-Walter Steinmeier hanno firmato una lettera congiunta e un documento inviati all'Alto rappresentante Federica Mogherini in vista dell'informale Esteri di venerdì e sabato prossimo a Lussemburgo che già aveva all'ordine del giorno l'immigrazione ed il possibile passaggio alla "fase 2" della missione navale europea antiscafisti.

Il regolamento di Dublino ha "difetti" e quindi occorre "rivedere il sistema d'asilo" e "riflettere su una risposta adeguata con l'obiettivo di raggiungere una giusta distribuzione dei profughi in Europa", è il senso della richiesta comune.

"E' urgente agire uniti sulla crisi dei rifugiati.

L'argomento sarà in agenda alla riunione di venerdì e sabato" e se ne è parlato alla riunione del collegio dei commissari, "dove si stanno preparando nuove proposte", ha risposto a stretto giro Mogherini su Twitter.

Così, mentre il premier britannico David Cameron continua a ripetere che "prendere più rifugiati" non è la risposta giusta, la polizia ceca marchia col pennarello i numeri sulle braccia dei migranti in arrivo alle sue frontiere ed il primo ministro ungherese Viktor Orban avverte che "chi è sovraccarico non può prendere nessuno", Parigi Roma e Berlino indicano a chiare lettere che "l'attuale sistema d'asilo europeo in situazione di flussi eccezionali" fa acqua da tutte le parti. Le tre cancellerie chiedono una riflessione collettiva per "dare una risposta adeguata" con l'obiettivo "di raggiungere una giusta distribuzione dei profughi in Europa". Una politica da accompagnare "mano nella mano" con maggiori controlli ed un sistema più efficiente dei rimpatri al livello Ue, un modo per garantire "con rapidità ed efficienza lo status di rifugiato a chi ha davvero necessità di protezione internazionale". Primo passo deve essere "un rapido accordo" sulla lista Ue dei Paesi di origine "sicuri", che permetterà rimpatri più veloci.

Proprio ieri a Bruxelles un comitato di esperti si è riunito per la messa a punto dell'elenco, che dovrebbe arrivare sul tavolo della riunione straordinaria dei ministri dell'Interno Ue il 14 settembre.

E nonostante "attacchi" e "critiche" soprattutto dai Paesi dell'Europa centrale e dell'Est - Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria si incontreranno venerdì per mettere a punto una strategia comune - la Commissione è decisa ad andare "avanti con coraggio e velocità" con l'Agenda sull'immigrazione presentata a maggio, compreso l'allargamento dei canali legali dell'immigrazione.

A chi "critica", o si dice "sorpreso" per le misure che Jean Claude Juncker vuole mettere in campo - ha avvertito il portavoce dell'esecutivo comunitario, Margaritis Schinas - si consiglia di "andare a riguardare l'Agenda di maggio" perché "c'è già scritto tutto" quello che si vuole fare. Juncker vuole andare avanti con la proposta per un meccanismo permanente da attivare in situazioni di emergenza (sulla base di una chiave di ripartizione obbligatoria) per la distribuzione su scala europea dei richiedenti asilo. Ma, secondo fonti Ue, "guarda" anche al rafforzamento di Frontex, a cui si vuol far assumere al più presto un ruolo centrale per i rimpatri". Elemento su cui c'è condivisione, come emerso anche alla riunione degli ambasciatori (Coreper). Juncker ne parlerà nel discorso sullo Stato dell'Unione alla plenaria del Parlamento europeo il 9 settembre.

Sul fronte interno italiano, intanto, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ridimensiona l'allarme lanciato dalla Lega. "La verità dei fatti è che ci sono 94 mila persone accolte e noi siamo 60 milioni di italiani in 8000 comuni: non siamo in presenza di un'invasione", ha affermato ad un dibattito sull'immigrazione alla festa dell'Unità di Milano. (ANSAmed).

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