Oggi apriamo la sala culti orientali, che illustra la loro diffusione da qualche secolo prima di Cristo, fino alla caduta quasi dell'impero romano. Un argomento di grande attualità, perché se a scuola insegnano che le religioni si succedono nel tempo, la realtà è che nei secoli le persone si sono sempre contaminate con religioni diverse e all'abbisogna si ricorreva a questo o quella divinità, come accade anche oggi a Napoli, se pensiamo ai riti come quello delle fontanelle".
Nella sala al secondo piano l'allestimento propone un viaggio nel "calderone di culture e religioni - spiega Valeria Sampaolo - che Roma tollera fino a che queste non collidono con l'esercizio della sua supremazia. Equilibrio difficile da raggiungere, ad esempio, nella provincia sirio-giudea". Tra gli esempi più forti delle influenze delle religioni orientali sul mondo romano c'è il culto di Cibele, la "Magna Madre" dell'Anatolia che sarà introdotto a Roma insieme a quello di Attis, suo compagno. E in mostra c'è anche "una raffigurazione - spiega Sampaolo - di Abazio, figlio di Attis e Cibele, raffigurato seduto in una mano magica". La sala mostra anche due famosi quadri provenienti da Ercolano con scene di una cerimonia isiaca e illustra altresì la presenza, molto forte, a Pozzuoli dei Nabatei, commercianti arabi provenienti dall'attuale Giordania, e dei giudei. (ANSAmed).