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Migranti: sindaco Napoli, noi megafono per chi non ha voce

Qui tanti disoccupati ma nessuno mi ha detto 'caccia immigrati'

09 dicembre, 16:01

(ANSAmed) - NAPOLI, 9 DIC - "L'Europa non è ancora la casa dei diritti e dei popoli. E perché questo avvenga noi sindaci ci candidiamo ad essere il megafono di chi voce non ha mai avuto voce, favorendo una vera rivoluzione culturale". E' l'appello lanciato oggi dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris intervenendo a Roma al summit "Europa: i rifugiati sono nostri fratelli", promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano, con la presenza di 80 sindaci di tutto il mondo.

De Magistris ha evidenziato come "Napoli nel cuore del Mediterraneo sia da sempre una città rifugio per le persone che scappano dalle sofferenze economiche, e non solo, del mondo. Da noi abbiamo abolito il termine cittadini e preferiamo parlare di abitanti pro tempore della nostra città. A Napoli c'è tanta gente senza lavoro, senza casa, gente con tanti bisogni, ma mai nessuno che mi abbia detto: sindaco, cacciali via".

E proprio alla generosità dei napoletani, de Magistris si è riferito, ricordando che: "Quando nei giorni scorsi è arrivata in porto una nave di immigrati libici, c'è stata un vera e propria gara di solidarietà. Tra di noi non c'è una guerra tra poveri, e vorrei che coloro che chiedono di limitare l'immigrazione guardassero negli occhi i bambini, gli uomini e le donne che fuggono da guerre e persecuzioni".

Per il sindaco di Napoli il vero problema è quello di capire che tipo di Europa vogliamo: "Quella dell'austerità, del fiscal compact, delle banche e della moneta unica o quella dei diritti, della giustizia sociale, dei popoli e dell'eguaglianza?", si è chiesto, stigmatizzando il governo italiano che spende ogni giorno 64 milioni per spese militari. "Questi soldi potrebbero darli a noi sindaci che vogliamo dare una casa per accogliere chi fugge: anche perché non possiamo dimenticare che con articolo 11 della nostra Costituzione abbiamo rifiutato l'uso della guerra".

"Le persone che arrivano da noi non sono pericolose ma in pericolo. I rifugiati non sono terroristi, sono poveri che fuggono dalla sete, dalla fame, dalla guerra e dalle organizzazioni criminali. Accoglierli è il migliore antidoto al terrorismo, se daremo loro amore - ha concluso - loro resteranno sempre colpiti da questa nostra umanità". (ANSAmed).

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