De Magistris ha evidenziato come "Napoli nel cuore del Mediterraneo sia da sempre una città rifugio per le persone che scappano dalle sofferenze economiche, e non solo, del mondo. Da noi abbiamo abolito il termine cittadini e preferiamo parlare di abitanti pro tempore della nostra città. A Napoli c'è tanta gente senza lavoro, senza casa, gente con tanti bisogni, ma mai nessuno che mi abbia detto: sindaco, cacciali via".
E proprio alla generosità dei napoletani, de Magistris si è riferito, ricordando che: "Quando nei giorni scorsi è arrivata in porto una nave di immigrati libici, c'è stata un vera e propria gara di solidarietà. Tra di noi non c'è una guerra tra poveri, e vorrei che coloro che chiedono di limitare l'immigrazione guardassero negli occhi i bambini, gli uomini e le donne che fuggono da guerre e persecuzioni".
Per il sindaco di Napoli il vero problema è quello di capire che tipo di Europa vogliamo: "Quella dell'austerità, del fiscal compact, delle banche e della moneta unica o quella dei diritti, della giustizia sociale, dei popoli e dell'eguaglianza?", si è chiesto, stigmatizzando il governo italiano che spende ogni giorno 64 milioni per spese militari. "Questi soldi potrebbero darli a noi sindaci che vogliamo dare una casa per accogliere chi fugge: anche perché non possiamo dimenticare che con articolo 11 della nostra Costituzione abbiamo rifiutato l'uso della guerra".
"Le persone che arrivano da noi non sono pericolose ma in pericolo. I rifugiati non sono terroristi, sono poveri che fuggono dalla sete, dalla fame, dalla guerra e dalle organizzazioni criminali. Accoglierli è il migliore antidoto al terrorismo, se daremo loro amore - ha concluso - loro resteranno sempre colpiti da questa nostra umanità". (ANSAmed).