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Migranti: parlano superstiti naufragio, a bordo eravamo 195

Gli unici 4 sopravvissuti giunti a Trapani, assistiti da Msf

17 gennaio, 16:45

(ANSAmed) - PALERMO, 17 GEN - Un team di psicologi e mediatori culturali di Medici Senza Frontiere ha fornito assistenza psicologica ai superstiti del tragico naufragio del 13 gennaio al largo della Libia, nel quale avrebbero perso la vita circa 180 persone. I quattro sopravvissuti sono arrivati ieri sera a Trapani a bordo della Siem Pilot, la nave commerciale norvegese che trasportava oltre a loro anche 34 persone soccorse durante un'altra operazione di salvataggio, e 4 cadaveri. I superstiti, una donna e tre uomini di origine etiope ed eritrea, hanno raccontato la dinamica del disastro che avrebbe causato 180 vittime, un numero di gran lunga superiore a quello ipotizzato inizialmente. Il barcone, con circa 195 persone a bordo, avrebbe subito un guasto ad entrambi i motori e ha poi iniziato ad imbarcare acqua fino ad affondare del tutto. "Siamo rimasti in balia delle onde per più di 11 ore prima che arrivassero i soccorsi", racconta un ragazzo eritreo.

"Quando siamo arrivati al molo, le persone che abbiamo assistito erano molto scosse dall'orribile esperienza alla quale sono sopravvissute. Un uomo ha perso la moglie nel naufragio, senza neanche poter recuperare il corpo", spiega Andrea Ciocca, coordinatore del team di primo soccorso psicologico Msf a Trapani. "Le centinaia di storie che abbiamo ascoltato negli ultimi mesi durante l'assistenza psicologica agli sbarchi sono di disperazione, di famiglie e vite spezzate, ma non ci abitueremo mai a questa enorme sofferenza".

Dall'inizio del 2017, già 219 persone hanno perso la vita durante il viaggio in mare. Si aggiungono ai più di 5.000 morti del 2016, fino ad ora l'anno più nefasto nel Mediterraneo centrale.(ANSAmed).

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