(di Francesco Tedesco).
(ANSAmed) - Napoli, 21 feb - Sono arrivati in Italia nel
2009 dal Burkina Faso e come migliaia di immigrati hanno dovuto
pagare una tassa per poter ottenere il permesso di soggiorno. E'
la famiglia Caopuré, padre madre e cinque figli, che hanno
pagato 500 euro, 200 a testa per il padre e la madre e 100 per
il figlio maggiorenne. Una cifra che ora verrà loro restituita
perché la Corte di Giustizia Europea prima, i due gradi di
giustizia amministrativa e il tribunale civile di Napoli hanno
deciso che quella tassa era ingiusta. Ad accompagnarli nel loro
percorso legale la Cgil, attraverso il patronato Inca, che sta
promuovendo dei giudizi simili nelle diverse regioni d'Italia e
ha visto il primo successo in tribunale a Napoli.
"Siamo arrivati nove anni fa dal Burkina Faso - racconta oggi
Kassoum, 22 anni, il figlio maggiore - abbiamo pagato la tassa
ma ci sembrava ingiusta e quindi abbiamo chiesto aiuto alla
Cgil. Siamo contenti di poter riavere questi soldi". Kassoum
abita con la famiglia a Melito e frequenta l'istituto
alberghiero a Scampia: "Sogno di fare il cuoco - racconta -
spero di poter restare a Napoli perché ho tutti miei amici con
cui sono cresciuto da quando ero alle medie. Ma se non troverò
lavoro qui andrò in altri paesi europei". Pronto a viaggiare
Kassoum, ma ama l'Italia: "Qui siamo stati accolti molto bene -
spiega - ma ci sono sempre problemi per la burocrazia, la
documentazione. Ma l'Italia è accogliente, tranne per certi
politici che vedo in tv, come Salvini: credo che dovrebbe girare
il mondo e capire cosa vuol dire avere rapporti umani. Verrà
presto a Napoli? Non ho niente da dirgli, magari solo di tornare
a studiare il mondo".
La sentenza di Napoli espone ora lo Stato a rimborsare tutti
gli altri immigrati che hanno pagato, una cifra che la Cgil
stima in 500 milioni di euro e che, spiegano al sindacato,
potrebbero essere recuperati con un'operazione di riemersione
del lavoro nero, non solo degli immigrati, una sorta di
sanatoria. "Speriamo - spiega Maria Afrodite Carotenuto, il
legale dell'Inca che ha gestito la causa - che lo Stato ora
prenda provvedimenti. Il Ministero potrà fare ricorso in
appello, ma intanto noi andremo avanti con le altre quattromila
famiglie che solo in provincia di Napoli hanno sborsato la
tassa".
Una sentenza che ha anche un valore simbolico, come
sottolinea Walter Schiavella, commissario della Cgil di Napoli:
"In un momento in cui si alzano muri e si affronta
l'immigrazione in modo respingente, lavorando sulle paure dei
cittadini, noi abbattiamo un piccolo ma significativo muro. Un
muro eretto per legare il permesso a un corrispettivo economico
ingiusto e oneroso per le condizioni delle persone a cui veniva
chiesto". (ANSAmed).