(ANSAmed) - ROMA, 30 AGO - "Protect people, not borders". È
con questa frase che si apre il sito web di Sibomana. L'artista
italo-belga realizza da anni pitture, poster, graffiti e murales
per le città di tutto il mondo. Con le sue opere, vuole
raccontare le migrazioni attraverso la prospettiva dell'arte, e
sensibilizzare le persone avvicinandole al mondo dei migranti
attraverso le emozioni.
Una sensibilità dall'esperienza di diverse culture "Disegno e dipingo da quando sono piccolo", spiega all'Ansa Sibomana, che ha una laurea in grafica conseguita a Bruxelles.
Graffiti, pittura, fotografia e poster sono gli strumenti della sua arte, che mischia le culture e promuove l'integrazione.
"Quello che faccio rispecchia un po' il mio background personale. Sono cresciuto in Congo, Rwanda, sono italo-belga. Ho vissuto in diverse culture e questo mi ha portato a quello che faccio oggi". Il lavoro sui migranti è nato nel 2015, quando Sibomana ha conosciuto le attività del centro di accoglienza gestito dall'associazione Baobab di Roma, oggi chiuso. "Sono arrivato lì per portare vestiti e vedere la situazione. Sono stato con loro per un anno e mezzo. Lì ho visto nei rifugiati tanti miei amici del Congo che vivono le stesse situazioni e non potevo stare fermo". Dentro al centro, Sibomana ha realizzato un murales con i visi di due bambini ospiti. "Da quella esperienza ho iniziato a impegnarmi sul tema dei migranti". Dopo Roma, con il progetto "Waves of the heroes", Sibomana ha viaggiato attraverso le tappe della migrazione in Europa: Lesbo, Atene, Istanbul, Berlino, portando la sua arte con i poster e pittura.
"Vorrei continuare questo percorso, andando a Lampedusa e in altri luoghi di migrazione".
I volti dei migranti per suscitare emozioni Le opere di Sibomana sono caratterizzate dalla presenza dei volti di uomini, donne e bambini migranti. Le immagini, stampate su tela in bianco e nero, vengono poi arricchite con la pittura che realizza il contesto e completa l'opera. L'ultima esposizione a Roma di Sibomana si chiama Children of the sea ed è visitabile fino a ottobre al museo Explora. "Sono stato per due settimane insieme ai bambini di un centro di accoglienza di Roma, che sono arrivati in Italia con i barconi. Li ho conosciuti, abbiamo giocato e dipinto insieme. Poi abbiamo iniziato a fare le foto per realizzare il progetto". Una mostra che "non vuole essere pesante. La realtà a volte più essere dura, qui abbiamo fatto qualcosa di più leggero, perché mostrando ai bambini le mie opere precedenti, dove ci sono fischietti e salvagenti, hanno avuto una reazione negativa". Con queste tele "vorrei ricordare al mondo che tutti i bambini hanno diritto a essere felici". L'arte "è emozione. Il mio scopo è quello di provare a trasmettere questa emozione alle persone, per farle riflettere sul tema delle migrazioni e dell'accoglienza aldilà di ciò che leggono sui giornali".
(Le immagini di alcune opere realizzate da Sibomana. Credit: Sibomana)
Una sensibilità dall'esperienza di diverse culture "Disegno e dipingo da quando sono piccolo", spiega all'Ansa Sibomana, che ha una laurea in grafica conseguita a Bruxelles.
Graffiti, pittura, fotografia e poster sono gli strumenti della sua arte, che mischia le culture e promuove l'integrazione.
"Quello che faccio rispecchia un po' il mio background personale. Sono cresciuto in Congo, Rwanda, sono italo-belga. Ho vissuto in diverse culture e questo mi ha portato a quello che faccio oggi". Il lavoro sui migranti è nato nel 2015, quando Sibomana ha conosciuto le attività del centro di accoglienza gestito dall'associazione Baobab di Roma, oggi chiuso. "Sono arrivato lì per portare vestiti e vedere la situazione. Sono stato con loro per un anno e mezzo. Lì ho visto nei rifugiati tanti miei amici del Congo che vivono le stesse situazioni e non potevo stare fermo". Dentro al centro, Sibomana ha realizzato un murales con i visi di due bambini ospiti. "Da quella esperienza ho iniziato a impegnarmi sul tema dei migranti". Dopo Roma, con il progetto "Waves of the heroes", Sibomana ha viaggiato attraverso le tappe della migrazione in Europa: Lesbo, Atene, Istanbul, Berlino, portando la sua arte con i poster e pittura.
"Vorrei continuare questo percorso, andando a Lampedusa e in altri luoghi di migrazione".
I volti dei migranti per suscitare emozioni Le opere di Sibomana sono caratterizzate dalla presenza dei volti di uomini, donne e bambini migranti. Le immagini, stampate su tela in bianco e nero, vengono poi arricchite con la pittura che realizza il contesto e completa l'opera. L'ultima esposizione a Roma di Sibomana si chiama Children of the sea ed è visitabile fino a ottobre al museo Explora. "Sono stato per due settimane insieme ai bambini di un centro di accoglienza di Roma, che sono arrivati in Italia con i barconi. Li ho conosciuti, abbiamo giocato e dipinto insieme. Poi abbiamo iniziato a fare le foto per realizzare il progetto". Una mostra che "non vuole essere pesante. La realtà a volte più essere dura, qui abbiamo fatto qualcosa di più leggero, perché mostrando ai bambini le mie opere precedenti, dove ci sono fischietti e salvagenti, hanno avuto una reazione negativa". Con queste tele "vorrei ricordare al mondo che tutti i bambini hanno diritto a essere felici". L'arte "è emozione. Il mio scopo è quello di provare a trasmettere questa emozione alle persone, per farle riflettere sul tema delle migrazioni e dell'accoglienza aldilà di ciò che leggono sui giornali".
(Le immagini di alcune opere realizzate da Sibomana. Credit: Sibomana)
