Le loro sono storie "scomode" e fu il fascismo, e piu' precisamente le Leggi Razziali, a renderli degli indesiderati.
Ascarelli era gia' morto da tempo quando le Leggi entrarono in vigore. Ma cio' non gli evito' una feroce ritorsione postuma.
Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti al cristianesimo, furono messi ai margini della societa'. Il preludio a quello che sarebbe successo di li' a poco. Il 'fascistissimo' Sacerdoti, in clandestinita', riusci' a scamparla. Jaffe invece, arrestato dai militi in camicia nera, termino' la sua vita ad Auschwitz.
Il libro di Smulevich ricostruisce le loro storie, non accontentandosi di ripercorrere cronologicamente fatti e situazioni. E' uno sguardo d'insieme a una stagione di scelte e responsabilita', in ogni senso. Perche' l'orrenda pagina del pregiudizio e della violenza fascista riguarda un po' tutti.
Rileggerla attraverso lo sport, linguaggio universale per eccellenza, secondo l'autore puo' forse aiutare a fare chiarezza.
E al tempo stesso contribuire ad aprire nuove strade, a rafforzare la sfida di una memoria realmente consapevole.
(ANSAmed).
FBB/FBB