ROMA - Nora ha trent'anni, è incinta e sola con una bambina di tre anni. Ma decide di attraversare il mare per sfuggire a quella guerra civile che le ha già ucciso il marito. Da qui parte lo spettacolo "Mediterraneo" del regista iraniano Ali Shams, un'opera visionaria e surreale che racconta di un cimitero marino governato da un Dio dispotico e feroce, un mostro che reclama il suo tributo di vite umane. In scena a Roma dal 26 al 28 ottobre al Teatro Documenti (Testaccio), lo spettacolo è messo in scena dalla compagnia iraniana Don Chisciotte e interpretato da tre attrici iraniane, Bahar Katoozi, Maral Farjad e Parisa Nazari: quest'ultima l'ha tradotto dal persiano in italiano, e a Roma sarà presentato in italiano e in inglese.
Dopo "Dal Khutai Namak" e "La fattoria degli umani", Ali Shams - un vero pendolare tra Italia e Iran, studi a Teheran e alla Sapienza di Roma e spettacoli allestiti tra i due Paesi - porta dunque in scena il dramma di centinaia di migliaia di esseri umani che decidono di attraversare il Mediterraneo: non è più solamente un mare, ma una sorta di Paese che inghiotte i sogni di chi fugge dagli orrori della violenza e va alla ricerca di una nuova vita. La voce straziata delle protagoniste-vittime e quella crudele e asettica del dio-carnefice mettono lo spettatore di fronte alla concretezza di un dramma la cui quotidianità ci ha ormai quasi anestetizzato, e mostrando nitidamente che non è possibile chiamarsi fuori, non è possibile restare indifferenti. "Sono membra di un solo corpo i figli di Adamo - scriveva il poeta e filosofo persiano Saadi nel XIII secolo, autore tuttora venerato dagli iraniani - da un'unica essenza quel giorno creati. E se uno fra essi a sventura conduca il destino, per le altre membra non resterà riparo. A te, che per l'altrui sciagura non provi dolore, non può esser dato nome di uomo". La tournée inizia il 24 ottobre nella città di Pescara e proseguirà il primo novembre a Budapest. Con la collaborazione dell'associazione culturale italo iraniana Alefba.