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Disposto sgombero tendopoli migranti a San Ferdinando

Provvedimento emesso da Sindaco. Tre morti in ultimo anno

01 marzo, 11:01

(di Clemente Angotti) (ANSAmed) - SAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA), 1 MAR - Sarà presto sgomberata la baraccopoli di San Ferdinando, che in più occasioni, nell'ultimo anno, si è trasformata in un inferno di fuoco e fiamme, con la morte di tre persone in altrettanti incendi. A disporlo è un'ordinanza emessa dal sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, finalizzata, è scritto nel testo del provvedimento "alla bonifica e alla demolizione di quanto intorno è stato abusivamente realizzato" allo scopo di "scongiurare gravi danni alla salute ed all'incolumità pubblica". Attualmente sono circa mille gli extracomunitari, secondo dati del Viminale, che diventano molti di più nel periodo della raccolta degli agrumi, impiegati come braccianti nelle campagne della Piana di Gioia Tauro e che sopravvivono, ai limiti dell'umano, in quell'agglomerato di plastica e lamiere che sorge a poca distanza dalla tendopoli "ufficiale" allestita a spese della Regione Calabria e dotata di servizi e videosorveglianza.

Il provvedimento di sgombero - tradotto in francese, inglese e arabo - è stato notificato ai migranti dalle forze di polizia.

Il Viminale, in una nota diramata successivamente, ha precisato che lo sgombero si è reso necessario per motivi igienico - sanitari e di ordine pubblico e che ad ogni extracomunitario regolare sarà assicurata una sistemazione nei circuiti ufficiali dell'accoglienza (ex Sprar, Cara, Cas). In queste ore, inoltre, si stanno svolgendo ulteriori controlli sullo status dei migranti, anche con l'intervento di mediatori culturali. L'ordinanza del sindaco Tripodi é la seconda che viene emessa dal primo cittadino di San Ferdinando. Il primo provvedimento, datato ottobre 2017, infatti, era rimasto inattuato. Da allora ad oggi sono stati quattro gli incendi che, di natura dolosa o causati da fuochi o bracieri accesi dagli ospiti per riscaldarsi, tre dei quali sono sfociati in tragedia, con la morte di altrettanti migranti. In un solo caso, la notte di Capodanno scorso, il rogo, partito probabilmente da un fuoco acceso per superare le rigide temperature della notte, non ha provocato vittime. Solo qualche settimana dopo, il 16 febbraio, l'ultimo drammatico episodio costato la vita al ventinovenne senegalese Moussa Ba. Il giovane è stato trovato carbonizzato all'interno di una roulotte adattata a ricovero di fortuna. Il 2 dicembre del 2018, invece, a perdere la vita era stato Suruwa Jaiteh, un giovane originario del Gambia che avrebbe compiuto 18 anni a gennaio. E ancora: poco più di un anno addietro, nel rogo di natura dolosa che distrusse circa 200 baracche, trovò la morte una 26enne nigeriana, Becky Moses, mentre un'altra donna di 27 rimase gravemente ustionata. Contro l'ordinanza di sgombero immediato, riporta il testo del provvedimento, potrebbe essere proposto ricorso al Tar Calabria oppure, in alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, rispettivamente entro 60 e 120 giorni a decorrere dal giorno successivo alla data di notifica.

(ANSAmed).

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