ROMA - "La natura è multicolore, la terra è senza confini". E' questa la filosofia dell'iniziativa Funky Tomato, tra i protagonisti del panel "Il buono, il giusto e l'alternativo" in programma venerdì 5 aprile alle ore 15.00 (Museo del tessuto) nell'ambito del Festival Mediterraneo Downtown di Prato. Un incontro incentrato su cibo, diritti e filiere agroalimentari. Si parlerà di filiera corta e partecipata, di giustizia contro caporalato e sfruttamento, di aziende sostenibili ed eque al tempo stesso.
Guido De Togni (Funky tomato) racconterà di questa iniziativa che coinvolge migliaia di agricoltori e un centinaio di stabilimenti di trasformazione sparsi fra Puglia, Basilicata e Campania, una decina di attivisti e circa 20 ragazzi impegnati in prima linea a difendere i diritti dei lavoratori, con Francesco Paniè dell'associazione Terra! e con Fareed Taamallah agricoltore e attivista (Palestina). Quest'ultimo è partner Cospe (ong che organizza di Mediterraneo Downtown) nel progetto dell'agenzia italiana per la cooperazione internazionale (AICS), "Terra e diritti": il recupero e la valorizzazione delle terre coltivabili e la promozione dell'agricoltura biologica nelle zone dell'occupazione israeliana.
Tra gli ospiti Marco Omizzolo, sociologo, ricercatore, scrittore che sul tema ha scritto "Migranti e territori" e che recentemente è stato insignito dell'onorificenza al merito della Repubblica italiana dal presidente Sergio Mattarella, per la sua lotta al caporalato. A moderare Giorgio Menchini, presidente Cospe. Con questi ospiti e con uno sguardo al lavoro della ong impegnata nella transizione agro ecologica in tanti paesi del mondo, quest'incontro sarà dunque l'occasione per parlare anche dello stretto legame del cibo con la biodiversità e la diversità culturale da un lato, e con i diritti fondamentali delle persone dal'altro: l'accesso a un'alimentazione non solo sufficiente, ma anche sana, e l'accesso alla terra in particolare per piccoli produttori, famiglie contadine e popoli indigeni che di questa diversità sono i custodi, e che producono ancora oggi la maggior parte degli alimenti del pianeta.